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Del Bue: A proposito della scuola e dell’Università

Riassumo la mia opinione sulla scuola e l’Università:
1) Un conto sono i provvedimenti sulla scuola dell’obbligo e altra cosa sono quelli  annunciati e che verranno adesso riassunti in un disegno di legge dal governo
2) Entrambi devono giustificare il taglio di 1 miliardo e 400 milioni nel quinquennio previsti dalla finanziaria
3) I provvedimenti sulla scuola  e in particolare quelli sul maestro unico possono essere contestati, più difficile contestare quelli relativi al voto in condotta e al grembiule
4) Preciso però che sul maestro unico non pare possibile effettuare un referendum abrogativo essendo, quella, materia di spesa a quindi espressamente vietata dalla Costituzione a eventuali quesiti referendari
5) Non penso che sia giusto che il governo Prodi, abolendo lo scalone e sostituendolo con i cosiddetti scalini previdenziali, spenda 5miliardi di euro e che il governo Berlusconi oggi ne tagli 1, 4 alla scuola. Si tratta di un errore profondo dei due governi che noi dobbiamo contestare. Una follia solo italiana. In tutti gli altri Paesi europei si innalza la età pensionabile e si alimentano i fondi alla ricerca e alla formazione, da noi avviene il contrario.
6) La proposta dei giovani è giusta se mette al primo posto la riforma dello stato sociale italiano che è il più iniquo nei confronti delle nuove generazioni (lo slogan “Il futuro era meglio in passato “ è perfetto) e se mette al secondo posto la riforma della scuola e dell’Università. Il movimento degli studenti si deve emancipare dalle spinte conservatrici e da quelle populiste.
7) Se non si fosse mossa la ministra Gelmini la scuola, e soprattutto l’Università italiana, non sarebbero state da contestare? Questa idea che tutto nasca con la Gelmini è preoccupante. Intanto la Gelmini prosegue con coerenza l’attività di Fioroni. Quest’ultimo aveva approvato provvedimenti (generalmente attraverso la forma del decreto) sulla reintroduzione dei commissari esterni nelle commissioni d’esame, sugli esami di riparazione, sulla reintroduzione delle scuole professionali in luogo dei licei tecnologici, adesso la Gelmini prosegue l’opera e vuole i voti al posto degli esami, il grembiule per tutti e il maestro unico. Il tutto si potrebbe definire: il ritorno al passato. Giusto o sbagliato che sia, giudichiamolo nella sua interezza il progetto.
8) Il corpo docenti ha bisogno di docenti. Non è possibile che nella scuola ci siano figure intoccabili di insegnanti che dopo avere conquistato l’abilitazione all’insegnamento e la cattedra per tutta la vita restano al loro posto di educatori senza che nessuno li valuti mai. Da questo punto di vista la introduzione del meccanismo di valutazione del corpo docenti è sacrosanta
9) A me pare anche giusta l’idea di mettere in competizione le Università. Non è possibile che le risorse vengano stanziate con automaticità. Esistono università che aumentano il numero degli iscritti e che sfornano laureati di qualità ed esistono invece università che diminuiscono il numero degli iscritti e che sono in crisi di identità e questo vale all’interno delle università anche per le facoltà. Il principio della selezione e del premio al merito è sacrosanta.
10) Infine occorre rapidamente procedere non solo a bloccare i bandi di assunzione di circa 7mila nuovi docenti nelle Università (tra ricercatori e docenti), eliminando l’assurda situazione di clientelismo familiare e di chiusura verso i giovani (la classe docente universitaria è la più vecchia del mondo), ma a stabilire nuove forme di valorizzazione dei giovani laureati e di coloro che propongono programmi di qualità. Occorre eliminare il blocco del tourn over e rinnovare davvero il corpo docenti delle Università, così come finanziare davvero i progetti di ricerca validi, senza tagliare ulteriormente i fondi alla ricerca così come fatto sia dal governo Prodi (“La rosa nel pugno” decise di non votare in Parlamento i singoli capitoli della finanziaria se non si fosse reintrodotto il taglio alla ricerca, poi parzialmente rimangiato anche alla luce delle manifeste intenzioni di dimettersi del ministro Mussi)) sia dal governo Berlusconi. Dunque la mia idea è che i fondi alla scuola e all’Università se devono essere tagliati (ma solo un Paese che guarda al passato spende per i cinquantenni che hanno un lavoro e non per i ventenni che studiano per arrivare a un lavoro) vadano tagliati selezionando e punendo gli sprechi e premiando il merito. Che i giovani dovrebbero protestare contro lo stato sociale e contro una scuola e un’Università dequalificate, che sia la conservazione dell’esistente sia il puro movimentismo siano non già rimedi, ma mali da curare e che quando si associano siano un male anche maggiore. Che il referendum sia ridicolo (il referendum del grembiulino è davvero cosa penosa) e che i docenti vadano sottoposti ad aggiornamenti e valutazioni costanti e che il corpo docenti delle Università (che vanno messe in competizione anche per selezionare i contributi statali) vada completamente rinnovato.