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Craxi, Berlusconi e la sinistra

Fa onore a Berlusconi questo suo coraggioso atto di fede nella politica di Craxi, anticipatore di una sinistra moderna. E credo che le risposte, per lo più  abbozzate, di esponenti di sinistra facciano invece poco onore a loro stessi. Che quella di Mani pulite sia stata anche un’operazione politica, è ormai acquisito. Che la corruzione esistesse (ma quanto esiste ancora, e ancor più di prima, è testimoniato dalle cronache di questo giorni) è fuori discussione. V’è stato chi ha pagato di più e chi di meno e chi non ha pagato affatto. Craxi è l’esponente politico che ha pagato fuori misura e il suo partito, il Psi, è stato eliminato anche per questo. Mi vien spesso di pensare che più che per i propri torti ciò sia avvenuto per le sue ragioni. Se la sinistra italiana, che dal giustizialismo ha tratto il senso di un nuova vita e che dallo stesso oggi trae il veleno della sua possibile morte, non fa i conti con tutto questo e si limita a riconfermare vecchie e, speravamo superate, visione dei fatti, è condotta a non recuperare mai i consensi di coloro che al socialismo riformista e liberale hanno dedicato la loro vita. Per quanto mi riguarda non mi rassegno all’idea che in Italia non debba nascere mai quella sinistra moderna anticipata da Craxi e che si possa delineare un progetto capace di mettere in minoranza la destra nel nostro Paese, nell’ambito di quei valori dei quali l’Internazionale socialista, della quale Craxi fu vice presidente, è tuttora cornice imprescindibile.