Parteciperò alla riunione indetta alla sala di vicolo Valdina della Camera dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani) per contestare la proposta di legge firmata anche da Lucio Barani, del Nuovo Psi-Pdl, di attribuire la pensione anche ai ragazzi di Salò, che parteciparono alla esperienza della Repubblica sociale. Dirò che un conto è la revisione storica, peraltro sollecitata più volte dall’ex presidente della Camera Luciano Violante, che mi sono permesso di precedere con la messa in moto del confronto sui delitti del dopoguerra a Reggio Emilia, dove risulta chiaro che la ferocia non è stata certamente a senso unico. Oggi i libri di Pansa lo testimoniano ancor più autorevolmente. Altro conto è invece equiparare politicamente i repubblichini ai partigiani. Cioè coloro che lottarono assieme ai nazisti e coloro che lottarono per la nostra libertà. La differenza è enorme e stupisce che Lucio Barani, che queste cose le conosce benissismo, scambi la prima necessità con la seconda. Riconoscere la buona fede e anche pacificare gli animi non significa negare la disparità. In questo senso Vassalli ha perfettamente ragione.