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Cosa non si fa per apparire: dal busto di Mussolini alle onorificenze per i ragazzi di Salò

13 Gennaio 2009 1.286 views One CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Lo dico senza iattanza. E senza dimenticare un percorso comune. Certo è che Lucio Barani manca quanto meno di senso della misura. Ha inaugurato un busto di Benito Mussolini nel suo comune e presentato una proposta di legge per attribuire onorificenze e una minima pensione annua ai ragazzi di Salò. I quali ultimi sono anche da comprendere e alcuni forse anche da ammirare per la coerenza e il coraggio, ma hanno certamente combattuto dalla parte sbagliata, cioè alleati con la Germania nazista. Credo che, come sostiene la proposta di legge, equipararli ai partigiani che invece combatterono assieme agli anglo-americani per la sconfitta del nazismo e per la nostra libertà, sia un pò troppo. O sbaglio? E penso anche che il presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha definito il fascismo “un male assoluto”, sia d’accordo con me. Non dico che Pertini, Nenni, Saragat e anche Craxi si rivolterebbero nella tomba. Solo perchè non mi piace la retorica…

One Comment »

  • Enrico Antonioni said:

    Pur di confondere e distorcere si utilizzano argomenti (non tu Mauro) che non c’entrano nulla con la questione.
    Chi mette in ballo la propria vita anche per una causa sbagliato ha sempre una sua dignità perché è disposto a pagare il prezzo della vita per quello che fa. Questo ai ragazzi di Salò si può riconoscere.
    Ma non si può e non si deve negare che essi vanno considerati “traditori” nel senso proprio del termine: la RSI era soltanto un governo fantoccio dei tedeschi, messo in piedi per dare un po’ di respiro all’occupazione tedesca. La continuità statuale legittima era nel “regno del sud” che dopo l’armistizio, anche se con deplorevole ritardo, aveva dichiarato guerra alla Germania.
    E non occorre essere dei giuristi famosi per sapere che la Repubblica nasce da una continuità legale e statuale precisa: referendum e assemblea costituente furono convocati con decreto legislativo luogotenenziale (il luogotenente del Regno, cioè il capo dello stato, era Umberto di Savoia)in piena legalità statutaria e in piena continuità con lo stato unitario.
    Dunque traditori nel senso proprio del termine. Equipararli con coloro che hanno combattuto dalla parte dello stato legittimo è pazzesco, antistorico e indecente.
    Da questo punto di vista non rileva neanche la “giustezza” della causa per la quale hanno combattuto. Tanto è vero che i combattenti nell’esercito italiano prima dell’8 settembre sono stati riconosciuti a pieno titolo anche dalla Repubblica.
    Un caro saluto Mauro.

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