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Aiuto: da 3 a 0 a 4 a 5, i miei granata sono impazziti ai play off

Mai visto una partita così. Dopo mezz’ora Reggiana brasilera  e avanti di 3 gol nel play off per la B contro i tigrotti  della Pro Patria. Sembra fatta. Alessi, piedino magico, che ondeggia in area e colpisce freddo nell’angolo, Maschio, di testa, su imbeccata di Padoin che raddoppia e Ingari, detto anche Ingarinovic, che triplica ciondolando. Il pubblico entusiasta, anche se non numerosissimo (5.300 pagantie non i 10mila promessi) esulta e imbandiera lo stadio. Uno vicino a me urla nel mio orecchio: “Una Reggiana così io non l’ho vista da mai”. Poi il patatrac. Uno-due della Pro a fine primo tempo e nel secondo i nostri, spaventati, subiscono il pareggio e il 4 a 3 per i bustocchi scatenati. La nostra difesa con solo due centrali e un altro (Padonin, bravo a centrocampo) che dietro sembra handicappato, alza bandiera bianca. Ci riprendiamo e impattiamo sul 4 a 4 con la zuccata del biondo Stefani. Poi al novantesimo un errore a centrocampo, i loro avanti, Toledo e Do Prado e altro extracomunitario che sembra una tigre sul pallone che si divincola ancheggiando e il nostro portierino che gli vola addosso. Rigore ineccepibile e 5 a 4  per loro. Partita bella? Mica per noi che torniamo a casa delusi e sconcertati. E che fatichiamo perfino a prendere sonno. Si era sul 3 a 0 e abbiamo perso la partita. Meriteremmo il tapiro d’oro. O il premio al festival degli incompresi. Il calcio è bello quando è così? Si, ma solo quando alla fine si vince, come in quella gara tra Reggiana e Cosenza del dicembre del 1990. Perdevamo noi 3 a 0 nel primo tempo e vincemmo 7 a 4. Che gioia…ma mica per i calabresi.