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La quarta Chianciano dia un segno di vitalità

Sono stato il co-promotore della Chianciano uno, quella che, assieme a Marco Pannella, ho contribuito a promuovere dopo il diluvio elettorale dell’aprile del 2008. Da Chianciano uno si decise di dar vita a una sorta di seminario periodico e poi ad un coordinamento di persone che rappresentavano storie e progetti non omologhi, ma conciliabili. Storie che non potevano essere state cancellate attraverso il marchingegno del voto utile e che rischiavano di rimanere sepolte da un travolgente e apparentemente inevitabile bipartitismo. Si continuò, dopo il maggio del 2008 e fino all’agosto dello stesso anno, con alcuni incontri più ristretti ove, oltre al gruppo storico radicale, diedero il loro contributo di idee e di operosa disponibilità personaggi quali Ignazio Marino, Marco Boato, Cesare Salvi, Pasqualina Napolitano, Gianni Cuperlo, Luigi Manconi e anche Rino Formica, nonchè intellettuali e giovani e donne interessate a far nascere un progetto politico che conciliasse valori e programmi di stampo liberale, socialista, radicale e laico. Si usarono più volte quegli stessi quattro aggettivi che campeggiavano nel simbolo della Rosa nel pugno, e non appariva casuale. Poi, improvvisamente, gli incontri vennero bloccati. Pannella mi confidò che il discorso si poteva riprendere solo dopo le elezioni europee e che queste scandenze apparivano troppo ravvicinate per potervi inserire il nuovo progetto. E così fu. Tanto che i singoli personaggi che avevano dato vita al primo coordinamento chiancianista si dispersero rientrando, come tante lumache, nel vecchio guscio partitico. In realtà quell’esodo di ritorno coincideva con la consapevolezza che le elezioni europee sarebbero state affrontate senza alcuno sbarramento elettorale e che dunque anche i sepolti dell’aprile del 2008 potevano, “uti singuli”, risorgere grazie al farmaco miracoloso del proporzionale puro. Tanto che il secondo appuntamento chiancianista fu un congresso dei radicali italiani al quale, nell’autunno del 2008, anch’io partecipai, ma ricordando l’impegno che avevamo preso nel primo appuntamento e che mi pareva allora dimenticato.  Quando poi il Parlamento decise lo sbarramento elettorale al 4%, e dopo avere formato il Comitato per la democrazia, senza che i radicali ne feccessero parte (e avevano probabilmente qualche ragione), venne convocato a Chianciano un altro appuntamento. E cioè il congresso della componente italiana del Partito radicale trasnazionale.  Per la terza volta partecipai, in quella circostanza non fui il solo (parlarono anche Nencini e Bobo Craxi), e rivolsi a Pannella l’invito ad aderire a Sinistra e libertà o in alternativa a lanciare con chiarezza un lista stile Rosa nel pugno. In particolare giudicai l’ingresso di Pannella la condizione per dare al progetto di Sinistra e libertà una valenza politica. Non ebbi risposta e poco dopo Pannella decise la presentazione della sua lista. Anche in questa circostanza non senza una logica e raccogliendo poi un risultato elettorale tutt’altro che disprezzabile, il 2,4%. Peccato, perchè con l’ingresso dei radicali Sinistra e libertà avrebbe eletto quattro o cinque parlamentari e Marco Pannella sarebbe certamente al suo posto a Strasburgo, e non certo per scaldarlo. Oppure, se fosse stata lanciata la nuova Rosa nel pugno, pur non eleggendo parlamentari, sarebbe nato un progetto politico di nuovo conio tra socialisti e radicali, utile non solo per noi, ma anche e soprattutto per l’Italia. Adesso siamo alla Chianciano quattro. Credo che il convegno dovrebbe rispondere alle domande alle quali le tre precedenti Chianciano non hanno potuto o saputo rispondere. Marco Pannella è interessato a un progetto che coinvolga non solo i radicali e che non abbia come unico comun denominatore l’idea che questo sessantennio sia stato solo partitocrazia e non anche democrazia? E’ interessato, in particolare, a un progetto che unisca radicali e socialisti, e magari anche laici e  liberali? E’ possibile, in questo caso, recuperare il vecchio progetto della Rosa nel pugno? E poi, Pannella esclude o, come invece avvenne a Chianciano uno, include, nel progetto, anche altre storie e forze ideali, come quelle ambientaliste e della sinistra post comunista? Pannella ha un dovere in più rispetto a noi. Il dovere nasce dalla buona affermazione elettorale, che potrebbe naturalmente produrre anche la tentazione a procedere da soli, ma che, però, sarebbe in netta contraddizione almeno con il primo appuntamento di Chianciano, quello da cui tutto prese inizio e che venne salutato come il primo fatto nuovo dopo la grande sconfitta elettorale. Spero che quattro e non tre sia numero perfetto e che questo valga almeno per Chianciano.