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Ancora Manodori: il budino è avvelenato e Comune e Provincia rischiano di finire sotto

Giovedì prossimo altro tentativo nel conclave della Manodori per eleggere presidente e suo vice. Tira aria di tempesta per Comune e Provincia. Sì, perchè dopo che la presidente della Provincia Sonia Masini si è rifiutata di votare per l’abbinata Vezzani-Cigarini, che pareva poter contare su sette voti e dunque sulla maggioranza assoluta ( il Consiglio generale è a 13), adesso la rappresentante dell’Api, la Prampolini, probabilmente tentata dal gruppo alternativo che fa capo all’ex presidente Spaggiari, potrebbe fare comunella coi sei che proponevano la presidenza per Borghi, ex capo degli industriali reggiani, e aggiudicarsi la vice presidenza (ai quattro originari si aggiungerebbero anche Rosanna Gandolfi e il rappresentante del vescovo). In questo modo Comune e Provincia sarebbero in minoranza e sarebbe la prima volta nella storia della Fondazione. Un capolavoro. La debolezza del piano A è costituita dall’abbinata in sè. Si tratterebbe di un esponente della Confidustria e di uno dell’Api (cane e gatto insieme, un pò troppo…). Le alternative a questa soluzione, che pare oggi la più probabile, sono tre. La prima: che la Masini si convinca a far votare ai suoi due rappresentanti l’abbinata Vezzani-Cigarini, a patto che la Prampolini sia disponibile a tornare sulla sua posizione originaria e si arriverebbe a sette e alla nomina (anche se per il vice presidente si dovrebbe poi aspettare la surroga del presidente decaduto). Oppure che la Masini lanci il nome di Grisendi e lo voti anche il gruppo Spaggiari con la vice presidenza assicurata a uno di loro (Borghi, la Bussi, la stessa Prampolini?). Oppure che Delrio non decida lui di fare l’accordo con la Spaggiari (in politica tutto è ammesso, quando si tratta di evitare la disfatta) e si arrivi a concordare un’abbinata Borghi-Cigarini. Quest’ultima soluzione vedrebbe fuori gioco la Masini, e non sarebbe mal vista da chi fino all’ultimo ha cercato di convincerla ad appoggiare l’abbinata concordata dal sindaco. L’unico strappo sarebbe quello compiuto con Vezzani-Vezzosi-Prampolini, cioè col gruppo che fa capo all’ex presidente Dario Caselli, il quale di essere fatto fuori così pare non abbia molta voglia e potrebbe a sua volta giocare già da ora una partita in autonomia. Molta confusione sotto il cielo e il presidente Mao osservava che dunque “la situazione è eccellente”. Alla Manodori però di maoisti non ce n’è.