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Vorrei qualche informazione sugli ex socialisti del Pdl…

Li conosco uno per uno. Non li ho mai sconfesssati. Oltretutto anch’io ho condiviso per un tratto di strada l’alleanza con Berlusconi. Non ho condiviso l’adesione al Pdl perchè un socialista, per me, poteva al massimo allearsi e per un periodo limitato, col centrodestra (in presenza di una sinistra giustizialista), ma quella non poteva diventare la sua casa. I fatti mi hanno dato ragione. Quando all’interno del Pdl gli ex socialisti non hanno nemmeno il coraggio di difendere i loro principi tradizionali, penso alla laicità, allora si evince che non si tratta solo di una scelta, sempre rispettabile, ma di una autentica capitolazione, di una svendita di un patrimonio ideale. E che il Pdl resta quel che si sapeva che sarebbe stato. E cioè il partito del centro-destra con una cultura prevalentemente integralista, con alcuni laici che dissentono e gli ex socialisti che tacciono. Era venuto chiaramente alla luce durante il caso Eluana e lo avevo messo in evidenza. Sta avvenendo anche sulla discussione attorno al testo, sfornato dal Senato, sul testamento biologico, oggi in discussione alla Camera, nonchè attorno alla discussione sull’uso della pilolla Rsu. Dopo le esternazioni coraggiose di Fini e quelle di Benedetto Della Vedova, è stato pubblicato il testo dei cosiddetti liberal del Pdl, i deputati che si sono dichiarati in disaccordo con la legge licenziata dal Senato. Ed è risultato subito sconcertante che il primo a prendere le distanze da quell’iniziativa sia stato proprio Fabrizio Cicchitto. Tra i nomi si segnalano l’ex liberale Pepe, l’ex ministro Martino, perfino la Mussolini. Ma non vi appare alcun nome significativo di ex socialisti. L’hanno firmato Caldoro e Barani, che ancora si definiscono socialisti del Nuovo Psi? Lo hanno firmato Stefania Craxi e Margherita Boniver, che di Craxi rappresentano più d’una eredità politica? L’hanno firmato Chiara Moroni e Ciccio Colucci, che pure hanno combattuto battaglie sulla laicità in passato? E Brunetta e Sacconi e Tremonti e Frattini che ne pensano? Purtroppo sappiamo cosa ne pensa Sacconi che, al pari di Giuliano Ferrara, nella sua conversione cattolica, ha finito per abbracciare le tesi più oscurantiste e integraliste. Si parla di libertà di coscienza. Ma almeno la usino. Pare che essi si trovino in una paradossale situazione nella quale non possono nemmeno esercitare la libertà che vien loro concessa. E poi: quando mai nel vecchio Psi si dava libertà di coscienza su temi simili. Sul divorzio e sull’aborto, non solo c’erano indicazioni precise, ma si faceva di queste battaglie l’occasione per marcare un’identità, che era perfino diversa da quella del vecchio Pci, molto più prudente e distaccato. Così, quando Loris Fortuna, come uno degli ultimi suoi atti parlamentari, presentò la sua proposta di legge proprio sul tema del fine vita e dell’eutanasia, nessuno, nel partito, nemmeno alcuni dei compagni prima richiamati, ebbero modo di prendere le distanze. E si parlava di eutanasia e non solo di fine vita. Si può cambiare opinione, sia ben chiaro. Ma cambiarle così radicalmente e tutti insieme non dà l’impressione di una svolta della coscienza, quanto piuttosto di una svolta dovuta a stato di subalternità. Dura lex sed lex, dicevano i latini…