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Turci risponde a Del Bue spostando l’asse a sinistra

Caro Mauro ovvio che l’amicizia e la stima sono fuori discussione. Stiamo dunque al merito. La mia domanda era sull’identità del Psi attuale, tu di fatto mi rimandi al passato.Il che è già un segnale della inconsistenza del Psi attuale. Sull’attualizzazione tu aggiungi solo la riforma della giustizia e la laicità che vanno bene, soprattutto se sulla giustizia si salva l’autonomia della magistratura e non la si fa diventare uno strumento nelle mani dell’esecutivo. Quanto alla laicità abbiamo fatto troppe battaglie insieme per spenderci sopra anche una sola parola. Ma, tolta la laicità, cosa differenzia il Psi dal Pd, dal momento che il riformismo come tu lo declini altro non è che la rievocazione della terza via di Blair con la rivendicazione di una pretesa anticipazione di Martelli via rawls, e che il pd, a parte la presunzione di unicità nella scena europea, ad altro non riesce a richiamarsi nei suoi migliori esponenti se non al laburismo di Blair?Quello che io contesto, certamente andando a una rivisitazione critica di mie posizioni del passato e di una parte degli esiti della tradizione migliorista del Pci (da qui il mio dissenso sulle conclusioni del libro recente di Morando) è la erroneità della impostazione del riformismo alla Blair il cui esito non è separabile dalla subalternità al pensiero unico neoliberista travolto proprio dalla crisi attuale. Di questa crisi e del dibattito in corso da almeno due anni anche nel socialismo europeo, oltre che nella sinistra critica italiana e europea, non c’è traccia nel tuo discorso, beatamente adagiato sui meriti e bisogni, su presunti nuovi traguardi di equità, mentre il mondo, anche in Europa e in Italia, va in direzione opposta.Invece tu te la prendi con le Cassandre del capitalismo (ma non sarebbe più giusto prendersela alla luce dei fatti con i sostenitori della razionalità dei mercati e delle inevitabili sorti progressive del capitalismo?), e non riesci a trattenere una battutaccia sulla napoletanizzazione dei diritti,di fronte a un capitalismo multinazionale straccione come quello della Fiat… Ma, preciso, anche se non fosse la Fiat che abbiamo conosciuto negli anni passati, non sarebbe comunque dovere di chi si dichiara socialista respingere un ricatto che pretende di azzerare conquiste civili del movimento dei lavoratori e della sinistra degli anni passati, in nome del fatto che in Cina, o in Polonia o in Croazia si fa così? Certo ci se la può sempre cavare con la polemica contro la solita Fiom, o contro i comunisti o in nome di altre fasi storiche. Ma questo vuol dire invocare il riformismo nell’accezione più piatta ,nel senso che devono comandare quelli di sempre e gli altri devono stare al gioco. Come dice Marchionne: o mangiare questa minestra o saltare dalla finestra. Per come io ricordo il riformismo robusto del passato, a ricatti del genere i riformistisi si sono sempre opposti. Ma quelli si vede che erano altri tempi, in cui la parola riformismo aveva ancora un significato e non era diventata un paspartout utilizzabile allo stesso modo a destra come a sinistra(?). Hai dei dubbi in merito? Leggiti l’editoriale della voce del padrone (chiedo scusa a un giornale ben fatto come il Sole 24 ore, ma l’editoriale di oggi sembra scritto proprio nella logica della lotta di classe, ovviamente dal lato del capitale) ) di oggi 24 agosto e dimmi come te ne differenzi alla luce della tua idea di sinistra. Certo il rischio di perdersi in steppe nebbiose c’è sempre,ma non ci stiamo lasciando l’eldorado alle spalle e dunque un pò di rischio possiamo assumercelo! Carissimi saluti Lanfranco