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Da Reggio tricolore. Napolitano, stoccata alla Lega: “Meno credibile il federalismo se non si celebra l’unità d’Italia”

Tutta Reggio si è vestita a festa. E le bandiere tricolori, nelle loro variegate e pluriformi versioni, hanno campeggiato dalle vie, dai palazzi e nei negozi cittadini. Non c’era solo il presidente della Repubblica ad omaggiare la fondazione del vessillo nazionale, tenuto a battesimo per la prima volta a Reggio Emilia, nella storica sala che ha poi preso il suo nome, nel lontano 7 gennaio del 1797. C’erano alcune delle più alte autorità dello Stato: Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, due ex presidenti del Consiglio, come Romano Prodi e Giuliano Amato, i sindaci di Torino Chiamparino, di Firenze Renzi e di Roma Alemanno. E c’era mezza città ad attendere l’arrivo del capo dello stato, che è arrivato in sala del Tricolore accompagnato dal sindaco di Reggio Graziano Del Rio e dalla presidente della Provincia Sonia Masini. Dopo la cerimonia alla sala del Tricolore, con la consegna di bandiere da parte dei giovani studenti, si è tenuta la commemorazione ufficiale al Municipale Valli e il presidente dalle Reppublica ha voluto manifestare con chiarezza il suo pensiero su possibili dissociazioni dalle celebrazioni del150esimo dell’unità d’Italia. Riferendosi alla Lega egli ha detto: “Anche il federalismo sarebbe meno credibile se non fosse associato alla piena accettazione  dell’unità d’Italia”.  Al suo discorso non ha presenziato il deputato reggiano del Carroccio Angelo Alessandri, presidente della Commissione lavori pubblici e ambiente della Camera, che ha dichiarato di avere “altre cose da fare” e che ha partecipato solo alla cerimonia della sala del Tricolore. Tutto bene con due soli nei. Il mancato invito agli ex parlamentari e l’ennesina dimenticanza, più volte reiterata del resto nei vari discorsi, del contributo reggiano laico e socialista alla Costituzione. Non ci sono stati solo Giuseppe Dossetti e Nilde Iotti (qualche volta associati al nome di Camillo Ruini), ma anche Alberto Simonini, prima nominato alla Consulta  e poi alla Costituente, che fu segretario nazionale del Psli e ministro, a rappresentare Reggio in quell’assise da cui scaturì la nostra carta. Ma, si sa, dimenticarsi dei socialisti democratici è oggi piuttosto frequente.