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Quel giudice De Pasquale: quando presentai un’interrogazione parlamentare dopo il suicidio di Cagliari

L’ho rivisto in televisione, un pò invecchiato con vistose borse nere sotto gli occhi, anche un pò ingrassato. E’ quel giudice De Pasquale nei confronti del quale presentai un’interrogazione parlamentare dopo il suicidio di Gabriele Cagliari. Eravamo in piena Tangentopoli e dopo il suicidio dell’ex presidente dell’Eni, il teorico della Lega nord Gianfranco Miglio se ne uscì con quella famosa e truce dichiarazione rilevando che “non c’è rivoluzione senza gocce di sangue”. Era la Lega del 1993, quella esaltata e anche diretta dal direttore dell’Indipendente Vittorio Feltri. Cagliari se n’era andato dopo quattro mesi di illegale detenzione preventiva. Non poteva più reiterare il reato, non poteva certo fuggire, nè manomettere le prove. Venne tenuto in carcere dopo numerose promsese di rilascio. E siccome non io, ma la stampa dell’epoca aveva sottolineato che il magistrato De Pasquale aveva promesso al detenuto di firmare la sua scarcerazione, ma alla fine non l’aveva fatto preferendo andare al mare, io ne rimasi sconvolto. E decisi di prseentare un’interrogazione parlamentare.Naturalmente senza risposta. Allora un socialista non ne aveva neppure diritto. Poteva al massimo piangere un compagno che s’era soffocato con una borsina di plastica al collo.