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La mia testa…

Un pezzullo della Gazzetta di Reggio parla di dimissioni di Giovanni Catellani e di un Pd che chiederebbe anche la mia testa. So che non è così, perchè se solo fiutassi che esiste una simile tentazione  sottrarrei immediatamente agli aguzzini la testa. Farmela tagliare da qualche eventuale pretendente  non lo considero oltretutto nemmeno necessario. Gli direi candidamente: “Prego s’accomodi, il posto (non la testa) è suo”. Ma il sistema del taglio della testa così come descritto dall’articolista è invero bizzarro e prevede non solo il taglio della mia, ma anche di quella del presidente del Consiglio comunale Emanuela Caselli, vittima designata per addolcire le ire del Perfederici dovuta alla nostra comune appartenenza politica, e per permettere alla nostra ditta una confacente ricompensa. Nella storia ce ne sono state di teste tagliate. Dalla rivoluzione francese in poi ne sono rotolate di re, di principi, di rivoluzionari veri e presunti, di semplici straccioni. Ma non è mai accaduto che per taglarne una si ricorresse al sadico rito di farne rotolare due. Come dire: melius abundare quam deficere? Oppure, e la cosa certo non può non riempirmi d’orgoglio, significa che la mia testa ne vale …due.