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Ciao Lucio

Mi fanno rabbrividire alcuni commenti di estremisti clericali sul suicidio protetto di Lucio Magri. Qualcuno ha definito la sua scelta drammatica un gesto contro natura, qualche altro un atto di vità e qualcun altro ancora la sconfitta di un rivoluzionario. Tra questi fa ancora un volta eccezione Gianfranco Rotondi che manifesta la sua piena laicità da credente non totalitario. Penso che la decisione di Magri vada rispettata come si rispetta la scelta di un uomo che preferisce, nell’accidentato percorso umano, la morte alla vita. Questo non aggiunge nè toglie niente al suo tracciato, quello di un personaggio della cultura e della politica di primo piano. Eretico comunista, espulso dal Pci nel 1969, fondatore e direttore de “Il Manfesto”, ancora deputato con Rifondazione, curioso e sempre attento al dialogo e al confronto, me lo ricordo nelle aule parlamentari discorrere animatamente e appassionatamente con tutti, anche con coloro che erano distanti da lui. Cercava spesso il colloquio perchè era la sola arma della sua battaglia di polemista, che a volte si trasformava in quella di consigliere. Ha scritto: “Non fate pettegolezzi” come Cesare Pavese. E’ stato costretto a rivolgersi a un paese straniero per attuare il suo desiderio di staccare la spina. Come un esiliato qualsiasi.