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Due parole sull’Avanti

Non mi sono mai piaciute le dispute tra socialisti sui beni di famiglia. E nemmeno quella sull’Avanti. Esiste tuttavia il problema di recuperare un nome, una tradizione, una storia luminosa come quella del’Avanti, deturpata dalla gestione di un faccendiere avventurista. E per questo servirebbe davvero uno sforzo comune al di là e al di sopra di un semplice principio di rivedicazione di partito o di parte. Rino Formica potrebbe anche essere l’uomo giusto per aggregare gli sforzi congiunti. Al congresso di Fiuggi da un lato, però, si lancia una fresca ipotesi di un’Avanti one line che è di fatto solo una fotocopia dell’Avanti già esistente via internet, dall’altro si propone, invece, un quotidiano su carta che avrebbe già previsto, oltre al direttore, un comitato di direzione, di redazione, anche comprendendo chi proprio estraneo non è alle vicende giornalistiche del faccendiere, e perfino il proprietario, non si sa a quel titolo. Mi chiedo se siano questi i modi migliori per arrivare a una sintesi, a uno sforzo congiunto, al rilancio di un quotidiano per tutti i socialisti. Il congresso di Fiuggi del Psi ha lanciato due proposte: la ricomposizione dell’area socialista in occasione del 2012, centoventesimo anniversario della nascita del partito, e un Parlamento dei laici, una Todi dei laici, come mi piace definirla. Perchè l’Avanti non può diventare l’occasione per un primo passo da compiere insieme, prima di arrivare all’appuntamento del partito unitario dei socialisti e poi dei liberalsocialisti? Come del resto era nella migliore tradizione riformista, quando i giornali precedevano e non seguivano, la creazione dei partiti?