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Che tristezza rinunciare a Roma 2020

22 Febbraio 2012 1.966 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Voglio esprimere tutte le mie perplessità rispetto alla scelta del governo di non candidare Roma come sede delle Olimpiadi del 2020, perchè la rinuncia a eventi del genere è sempre segno di debolezza. Ora, non contesto le ragioni del governo e le priorità affidate ad altri interventi. Nè certo paiono esempi da imitare le Olimpiadi invernali di Torino o i campionati del mondo di nuoto di Roma. Entrambi hanno lasciato debiti e strutture ancora incompiute e con costi assai superiori a quelli preventivati. Uno scempio alla logica della trasparenza e della economicità. Però non rinuncio a sperare che anche in Italia si possano organizzare eventi di carattere mondiale nella più assoluta onestà ed efficienza e con costi certificati e investimenti produttivi, convogliando sponsor privati che se ne facciano ampiamente carico e così suscitando l’ammirazione del mondo intero. Come fu per Roma 1960 e, anche se solo in parte per alcuni investimenti sbagliati sugli stadi, per Italia 1990. Non mi va di accettare il pensiero che la crisi economica sconsigli di accettare simili sfide. La crisi economica dovrebbe invece invogliare a considerare con grande attenzione gli eventi sportivi internazionali come occasione di nuova crescita e occupazione. D’altronde, se è vero che Atene 2004 non è certo stata un’occasione di sviluppo ben sfruttata dalla Grecia che ancora se ne lamenta, è altrettanto vero che Madrid (e la Spagna non è messa peggio dell’Italia) si è candidata proprio per le Olimpiadi del 2020. Perché in Spagna si può e in Italia no? E’ amara questa considerazione. E cioè che la crisi italiana non possa consentirci di organizzare ciò che invece in Spagna è consentito. Non so se questo aiuti a una corretta percezione della situazione italiana o piuttosto l’aggravi ulteriormente. E nello stesso tempo non mi va di rassegnarmi all’idea che solo In Italia la promozione di grandi eventi sportivi sia sempre (cos’è, un destino del nostro dna?) destinata sconfinare nella corruzione e nel malgoverno. Per questo ho salutato con tristezza, anche se con rispetto, la decisione del governo Monti. E’una decisione che ci confina tra i paesi (come la Colombia per i mondiali del 1986) che sono costretti a passare la mano ad altri. E siccome oltre a Madrid c’è anche di mezzo Istambul non vorrei che perfino la Turchia ci passasse davanti.

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