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Tessera del tifoso e altri paradossi sportivi: le mie proposte

Dunque è durata solo poco più d’un anno. La tessera del tifoso, prospettata dall’ex ministro Maroni come la panacea, si è rivelata tutto sommato una misura ininfluente, anzi contraddittoria e in taluni casi perfino dannosa. Vediamo perché. L’introduzione della tessera prooduceva, nel campionato passato, per i tifosi ospiti, l’obbligo di accedere ad un apposito settore dello stadio, determinando così il fenomeno, invero negativo e potenzialnmte rischioso, di destinare a chi ne era sprovvisto (e cioè proprio agli ultras) i settori abitualmente frequentati dagli sportivi locali. Solo il questore di Reggio ha invertito questa tendenza, dando la possibilità a tutti gli sportivi delle squadre ospiti, già durante il campionato scarso, di accedere allo stesso settore, indipendentemete dal possesso o meno della tessera del tifoso. Quest’anno chi non ne era dotato non poteva partecipare alle trasferte. Decisione di dubbia costituzionalità. Ma che ha obiettivamente impedito alle società ospitanti di incassare più risorse in un momento di grave crisi anche del mondo sportivo. In più la tessera del tifoso, indispensbile per acquistare gli abbonamenti, ma contestata dai settori dei tifo organizzato, ha generalmente dimezzato il numero degli abbonati, portando, oltre che ad una secca perdita finanziaria, anche ad una certa diminuzione delle presenze negli stadi (oggi i paganti al botteghino devono fare i conti con la dura legge dei biglietti nominativi). Con la fidelity card, che sostituirà la tessera del tifoso, gli abbonamenti ritornano liberi (già da ora si possono acquistare mini abbonamenti per un numero limitato di partite). Inotre ogni possessore di fideliyy card potrà portarsi con sè in trasferta un altro amico non dotato di un altro tagliando oltre al biglietto di ingresso allo stadio. Penso a un’altra novità che è stata introdotta in alcuni stadi italiani  e cioè l’eliminazione delle barriere di divisione tra settori destinati al pubblico e terreno di gioco. E’ accaduto a Cesena e a Torino, penso che stia avvenendo anche altrove. Credo che lo stadio di Reggio potrebbe essere uno di questi e dal prossimo anno potrebbero essere abbattute, in accordo con la questura, anche le separazioni che impediscono a parte del pubblico di assistere adeguatamente allo spettacolo sportivo. Se al modello inglese vogliamo ispirarci che il modello inglese sia anche nella disposizione del pubblico negli stadi. Anche sull’uso dei biglietti nominativi e dei tornelli negli stadi di serie minore (in Legapro) si potrebbe usare maggiore flessbililtà, per permettere una più aperta partecipazione del pubblico, che abitualmente decide all’ultimo momento di assistere a una partita di calcio, di acquistare senza problemi il biglietto d’ingresso. Ma questo è tema sul quale si potrà ritornare.