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Adesso si ruba ai partiti

Come ha efficacemente ricordato Claudio Martelli nella sua intervista all’Avanti online, adesso si ruba ai partiti. Il finanziamento illecito, che serviva per mantenere il sistema dei partiti, e che caratterizzò senza eccezione il comportamento delle principali forze politiche della cosiddetta prima Repubblica, si è trasformato in questi anni in pratiche di finanziamento illecito individuale e anche in questo paradossale e inedito comportamento del furto alle casse dei partiti da parte dei propri dirigenti. Un tempo i partiti erano dotati di apparati pesanti, di giornali costosi, i loro rappresentanti erano costretti a svolgere campagne elettorali dispendiose in ampi collegi, sfidandosi a suon di preferenze. Oggi i partiti sono snelli, generalmente senza apparati, i loro giornali (quando esistono) sono pagati dallo Stato grazie a una assurda legge sulle provvidenze, le campagne elettorali sono prive di costi per i candidati che vengono nominati (così come prima erano ancora ugualmente nominati nei collegi uninominali). Nel contempo il referendum radicale contro il finanziamento pubblico, che è stato vinto dai contrari, è stato completamente vanificato da una nuova legge sui rimborsi elettorali, che sono davvero esorbitanti per tutti partiti che hanno superato l’1%. I partiti non hanno bisogno di soldi e così capita spesso che i loro esponenti i soldi li chiedano solo per loro e si assista così al passaggio dalla corruzione politica alla sola corruzione individuale da banda Bassotti. Allo stesso tempo le risorse ingabbiate attraverso i rimborsi elettorali costituiscono patrimoni che vengono ad accumularsi e messi a disposizione dei partiti o di singole fondazioni quando i partiti sono stati sciolti. Questo secondo caso riguarda sia An, che con la confluenza nel Pdl non ha smatellato la sua cassa, sia Forza Italia che ha evidentemente mantenuto la sua, sia i Diesse che gestiscono la loro, sia la Margherita che ha mantenuto la sua. Nasce così un duplice paradosso. E cioè che per via d’una legge che attribuisce ai partiti i finanziamenti anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere per tutta la durata della legislatura (dunque anche per il triennio 2008-2011) anche i partiti che poi si sono unificati restino oggetto di finanziamento annuo da parte dello Stato. E nel contempo che tali risorse non siano messe a disposizione del nuovo partito unificato, restando così a disposizione dei partiti d’origine che non esistono più. Decine, centinaia di milioni di euro vengono così gestiti da segretari amministrativi e da consigli di Fondazioni che li possono usare per appoggiare, finanziandolo, questo o quell’esponente politico, sorreggere questa o quell’iniziativa, sovevnzionare questo o quell’istituto o associazione. E capita (questo è il caso della Margherita) che il segretario ammnistrativo pensi di tenerseli anche per sè, comprando ville lussuose. Passiamo dunque dal finanziamento per i partiti al furto ai partiti, i quali, essendo finanziati dallo Stato, si vedono sottratti soldi pubblici. Quindi si passa dal denaro privato che serviva ai partiti (Tangentopoli) al furto ai partiti, di soldi dello Stato, per le tasche private. Non c’è dubbio. Si tratta di un passo avanti sulla strada della moralizzazione della vita pubblica. E adesso col disegno di legge anticorruzione saremo tutti più tranquilli….