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Abolire la provincia di Reggio e non quella di Parma (meno popolata) sembra una decisione davvero targata Bondi-Parmalat

Fa morir dal ridere questo piano di dimezzamento delle province pubblicato oggi in pompa magna da sua maestà il Corriere. Sembra il frutto di una batattaglia navale, o una sorta di fatal decimazione come in tempo di guerra. E invece c’è la ratio. In Emilia-Romagna sopravviverebbero solo le province di Bologna e di Parma (Modena e Reggio sono assai più popolose della provincia d’Oltrenza). Una sorta di spartizione di sovranità ottocentesca, che elimini, tra la stato del Vaticano della grassa e dotta Bologna e quello della franco-austriacheggiante Maria Luigia, anche la potestà estense? No. Siamo più prosaici. Chi è l’incaricato della spending review? Quello stesso Bondi da anni commissario Parmalat. parmigianetto anche lui, una sorta di moderno Marìo Luigio. Che voglia preservarsi qualche onore in terra crociata è comprensibile. Ma davvero si vogliono dimezzare le province e tutelare la sopravvivenza di quella di Nuoro, di Oristano, di Frosinone e di Viterbo, strangolando invece Pisa e Livorno? C’è da scoppiare dal ridere. Vien quasi voglia di credere che si tatti di una bufala, di una sorta di pesce d’aprile in ritardo. Eppure Patroni Griffi (il ministro, non il regista) pare crederci. Adesso cominceranno le giuste recriminazioni dei soppressi. Con solide ragioni. Le province vanno eliminate tutte (sostituendole con consorzi di sindaci, questa idea mi lascia perplesso però…) o alla fine si finirà per non elimirarne alcuna, statene certi.