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Folla a Filosomia

La sala era stracolma e in tanti non hanno potuto entrare. Alla libreria all’Arco di Reggio Emilia si è tenuto sabato il battesimo di “Filosomia, la storia della della filosfia secondo me”, di Mauro Del Bue. Ad intervistare l’autore Giovanni Guidotti, che ha spaziato da Talete fino al bosone di Higgs. Il confronto si è svolto all’insegna dell’ironia e del divertimento. Prima battuta su Schopenauer e sulla sua presunta colpa di aver fatto venire la gobba a Leopardi per farlo rifiutare da Silvia, permettendogli però di divenire poeta tra i più grandi. “Fosse stato come Hug Grant avrebbe fatto altro”. E la contrapposizione a Marx, con l’implicito invito “depressi di tutto il mondo unitevi” fino a Talete che iniziò a fare il filosofo “solo perché non doveva lavorare”, poi a Socrate che deambulava per Atene “perché Santippe, la moglie, gli voleva far lavare i patti”, a Platone, “berlusconiano e comunista, perché, da un lato, in grave conflitto d’interessi essendo filosofo e prospettando il governo dei filosofi e, dall’altro, perchè proponeva per loro la comunione dei beni”. Poi Epicuro “che inventò la prima farmacia filosofica con i suoi quattro tetrafarmaci, contro la paura degli dei, della morte, del dolore e della mancanza del piacere”, poi lo stoico Seneca “che voleva educare Nerone e gli andò molto male. Pensava a una Nerone children. Molto prima di Malaguzzi. E fu  costretto a tagliarsi le vene con la lametta della Rettore”. E cosa dire di Sant’Agostino che “era ossessionato dal peccato e pensava che le donne violentate dai barbari andassero in paradiso solo se non avevano provato piacere e che i bambini che morivano prima di essere battezzati dovessero andare all’inferno come criminali. Idea non molto diversa da quella di Freud che riteneva i bimbi dei delinquenti sadici che volevano tagliare il pene di papà, o di Melanie Klein che giudicava i poppanti tutti intenti a distruggere il seno materno”. E via  fino a Popper e a Russell. “La differenza tra i due, ha concluso Del Bue, è che il primo riteneva che i liberali dovessero combattere contro gli  intolleranti, se no questi ultimi avrebbero distrutto la tolleranza, mentre Russell precisava: “Non sono disponibile a morire per le mie dee perché non sono così sicuro che siano quelle giuste”. Forse basta che ne siamo sicuri al 70 per cento”, ha concluso Del Bue, “e certo ne vale la pena”.