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L’Italia nel dramma

Basta con assurde e pericolose normative come quelle previste dal patto di stabilità. I comuni dispongono di settanta miliardi di residui passivi. Il Comune di Reggio di 35-40 milioni. Cioè risorse esistenti che non si possono spendere neppure a seguito di lavori già eseguiti. Pazzesco. I comuni diventano così causa fondamentale della recessione, l’Italia è sopra il 2 per cento, della chiusura di imprese e della disoccupazione. La decisione più infausta risale al governo Berlusconi e al ministro Tremonti, che ha inserito nel patto anche gli investimenti, ma il gabinetto Monti non l’ha modificata. Non mi risulta che una analoga disposizione esista in altri paesi europei. Credo che un governo vada fatto in Italia e presto e che al primo posto debba essere collocata la revisione del patto di stabilità e la possibilità di sbloccare queste risorse che darebbero nuova linfa all’economia e al lavoro. L’Italia non ce la fa più. La disperazione aumenta e così gli episodi di violenza anche contro se stessi. Qualsiasi governo non può evitare di misurarsi con questo drammatico problema. Oggi non è in gioco solo un parametro di Maastricht, che del resto la Francia si accinge a rivedere mentre l’Italia ha anticipato il pareggio di bilancio al 2013 e intende addirittura collocarlo in Costituzione. Occorre subito una svolta o la situazione diverrà insostenibile. La strage di Perugia, i suicidi a getto continuo di imprenditori e lavoratori, il grido di sofferenza dei giovani senza lavoro, possono generare una miscela esplosiva che potrebbe divenire incontrollabile e mettere a rischio non solo l’Europa, ma anche la democrazia. Se si vuole degrillizzare l’Italia si deve cominciate di qui e non confondere l’effetto con la causa.