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Sposo Sposetti…

Devo riconoscere a Ugo Sposetti, personalità di lunga e perigliosa navigazione, di essere un uomo serio e coraggioso. In un’intervista al Corriere egli sfida la moda imperante di dare addosso ai partiti. E lo fa esponendo dati che poi riprenderemo e con affermazioni assolutamente condivisibili. La più pregnante è quella riferita alla mancanza di coraggio della classe politica di contrastare populismo e demagogia. Il problema è che la classe politica vive oggi un complesso di colpa che genera quello d’inferiorità. E il primo è dovuto alla responsabilità rispetto alla decadenza dell’Italia. Gli ultimi vent’anni sono stati non solo inutili, perché non hanno portato ad alcuna riforma degna di questo nome, ma addirittura nocivi, col debito che è aumentato e ha raggiunto livelli mai conosciuti e con esso la disoccupazione e il mancato sviluppo che è poi sfociato in una grave recessione, mentre lo Stato non è stato sottoposto ad alcuna trasformazione, i partiti hanno perso qualsiasi autorevolezza e il Parlamento è stato composto da nominati. Mi ha molto impressionato il fatto che mentre alcuni noti giornalisti televisivi, anche della Tv di Stato, imperversassero sugli stipendi dei parlamentari falsificandone i dati, nessun parlamentare invitato abbia sottoposto analoga richiesta agli intervistatori. E abbia piegato la testa ben sapendo che quei giornalisti erano pagati molto di più. Il complesso di colpa regna sovrano anche quando si confrontano gli emolumenti italiani con quelli degli altri paesi europei. Dove lo Stato paga di più e generalmente con servizi assai più costosi. E mentre la spesa per abitante a favore della politica, secondo i dati esposti da Sposetti, è superiore del doppio in Francia e ancor più in Germania. In Italia si è fatta una campagna e la si è volutamente orchestrata con cifre sballate, spesso confondendo lordo e netto e paragonando il lordo italiano col netto di altri paesi. Spesso si sono anche volutamente ignorate disposizioni già prese. Come quella di tagliare a metà il finanziamento pubblico e di ridurre del 10 cento stipendi e vitalizi o quello di eliminare quasi tutti i benefici degli ex parlamentari. Non basta mai, alla vera casta, quella dei giornalisti super pagati, che non è ancora sazia. Perfino i due autori del vangelo “La casta”, Rizzo e Stella, oggi si sentono in colpa e il primo afferma sul Corriere che in Italia non si usano mai le mezze misure. Dunque licenziare o mettere in cassa integrazione centinaia di persone non è colpa loro, ma di un governo e di un Parlamento che si sarebbero arresi. Anche se proprio alle verità delle loro prediche. Di questo bisogna prendere atto, caro Sposetti, ma bisogna anche comprenderne le ragioni. E queste stanno nel complesso di colpa della classe politica, non solo nella strumentalità, che pure c’è stata, di un’informazione settaria, parziale e complice.