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Ma quale democrazia d’Egitto…

Non v’e dubbio alcuno che i Fratelli Mussulmani abbiano vinto le elezioni. Anche se di stretta misura, ma di questo proprio noi italiani non dovremmo stupircene. Nel 2006 e nel 2013 il centro sinistra italico le ha vinte con uno scarto ancor minore di voti. Ed è altresì vero che quello dei militari è un colpo di stato. Cioè uno strappo alle regole che impedisce a chi ha vinto di governare e dà alla piazza la possibilità di cantare vittoria. Ma si sa, nelle democrazie la piazza non deve mai avere il sopravvento, se non esprimendosi col voto, e contandone uno in più dell’avversario. La cosa non è nuova nei paesi nord africani. Già in Algeria, dopo la vittoria elettorale degli estremisti islamici, si mise in atto un colpo di stato che scatenò una sanguinosa e tragica guerra civile. Con decine, forse centinaia di migliaia di morti. Dunque anche in quel caso il colpo di stato era illegittimo? Ma esiste un colpo di stato legittimo e un potere illegittimo conquistato col voto? Viene in mente Karl Popper e la sua ode alla tolleranza, ma anche alla lotta contro gli intolleranti. Scrive Popper: “Il liberale ama la tolleranza e la libertà…. Tuttavia egli è tollerante con i tolleranti, ma intollerante con gli intolleranti. La tolleranza, al pari della libertà, non può essere illimitata, altrimenti si autodistrugge. Infatti la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza… Se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi”. E viene in mente il vecchio riformista Camillo Prampolini che sosteneva che la violenza era legittima solo quando veniva meno il rispetto dei diritti delle minoranze. E Prampolini, che era uomo mite e pacifico, si alzò in Parlamento e gettò in aria le urne ove si votava democraticamente un decreto antidemocratico del governo Pelloux. Il tema del rapporto tra volontà popolare e democrazia può dunque essere risolto in questo modo. Se la volontà popolare è quella di creare, attraverso il voto, un regime intollerante, che opprime le minoranze, allora è legittimo scalzarlo in qualsiasi modo. Non riesco a comprendere fino a che punto quello di Morsi e dei Fratelli Mussulmani lo sia stato. In genere tutti i regimi che si basano sulla religione lo sono. Anche se gli oppositori pare non siano tutti convinti di instaurare una repubblica laica. Se questo fosse il loro intento andrebbero certamente appoggiati. Solo uno stato che rispetta tutte le religioni, oltre ai suoi oppositori, è degno di essere definito democratico.