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La vergogna è solo italiana?

5 Ottobre 2013 1.058 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Un mare di violenza e di morte. Questo è diventato ormai il nostro Mediterraneo, un tempo mare di vacanze, di pesca e di sport. La contabilità fa rabbrividire. Oltre 19mila morti in questi anni di migrazione, di ricerca affannosa di un approdo, di tentativi di fuoriuscita dalla guerra, dalla miseria, dalla fame. A volte è addirittura esploso il contrasto eclatante tra bagnanti e migranti che sfondavano le nostre spiagge, straformando i nostri sorrisi in pianto. Viviamo nel mondo e non dentro i nostri confini. E in fondo hanno ragione coloro che scandivano in coro, nel corteo del G8 di Genova, che siamo tutti clandestini. Nessuno ha il diritto di difendere il proprio privilegio voltandosi dall’altra parte. E giustamente Papa Francesco ci ha richiamato a questa nuova, immane vergogna. Bisogna scovare, fermare, punire questi trafficanti di esseri umani, trattati come merce di contrabbando, da gettare in acqua, come pesce marcio. Bisogna bloccare alla fonte il traffico di donne, uomini e bambini. Non come il malsano accordo con Gheddafi. E cioè infischiandosene dei modi, spesso crudeli, disumani, violenti. Come se non vedere da vicino ci rendesse innocenti. Occorre invece accogliere chi ha bisogno di noi. Occorre fare in modo che coloro che fuggono, come gli eritrei, schiacciati da una feroce dittatura, possano essere accolti e anche aiutati e agevolati nella traversata. Senza paura di essere invasi, anche perché i dati ci soccorrono e indicano come i migranti mirino ad altri lidi. La Germania, innanzitutto, i Paesi del nord, la Francia. L’Italia è all’ultimo posto dei loro sogni. Solo un lembo di terra di passaggio. Il primo necessario attracco. E allora si muova l’Europa, che non può ritenere che tutto questo riguardi solo noi. La migrazione interessa molto di più altri paesi. Si spande per mezza Europa. Noi siamo solo il primo approdo dei viaggi della speranza, e spesso, troppo spesso, della morte. Servono normative europee, stanziamenti europei, mezzi e strumenti europei. Lampedusa, che merita il premio nobel per la pace, e noi appoggeremo questa proposta, non può resistere ancora a lungo.

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