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Renzi e l’amnistia

Per il Pdl l’amnistia si deve fare se contempla anche Berlusconi, per il Pd l’amnistia si deve fare se non contempla Berlusconi, per Renzi non si deve fare per niente. Pare che a nessuno interessi la condizione in cui versano le carceri e la qualità della vita dei carcerati. Nel 2007 venne approvato una sorta di indulto e fummo per questo richiamati addirittura dal pontefice. La soluzione dell’indulto e dell’amnistia può piacere o meno ma è quella più volte adottata nel nostro paese, con una lunga eccezione, quella che parte da Tangentopoli e arriva appunto al 2007. In quel lasso di tempo parlare di indulto e amnistia era maledettamente di destra. La sinistra flirtava col dipietrismo e col culto del magistrato moralizzatore. Quando si passò ai voti nel 2007 l’indulto venne approvato senza i voti della Lega, dell’Italia dei valori e del Pdci. Si formò un larga maggioranza che aggregava Rifondazione, il Pd, il Pdl, la Rosa nel pugno. Adesso, dopo il nobile richiamo del presidente della Repubblica, aspettiamo che il nuovo pontefice, dopo il grido di dolore per i migranti, lanci anche quello per i carcerati. Se è lecito criticare un presidente della Repubblica sarà lecito criticare anche un papa. Renzi parla di opportunità, di messaggio ai giovani, parla di Berlusconi e della sinistra, ma non parla dei carcerati, tenuti in ottanta laddove ce ne devono stare venti. Come i migranti. Dobbiamo costruire nuove carceri. E intanto? Non parla dei suicidi e delle malattie. Non parla della disumanizzazione di coloro che dovrebbero essere rieducati. Parla e corre per la vita. Più sua che degli altri….