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E adesso cancelliamo la Cancellieri?

Il partito degli impietosì giustizialisti ha già emesso il grido di condanna. Ha sguainato la sua scimitarra il solito Travaglio, ha alzato suo anatema “Il fatto quotidiano”, è seguita Repubblica, si sono allineati grillini e come sempre anche il Pd tentenna e si divide, coi renziani che soffiano sul fuoco e pensano di indebolire Letta. La Cancellieri deve andarsene. Il motivo è un interessamento da parte del ministro delle condizioni di salute di Giulia Ligresti, in carcere per l’affare Fonsai, ma nessuno si pone il problema se giustamente o no, cioè se la sua custodia cautelare risponda ai tre rischi segnalati dalla legge, e ora affidata alla custodia domiciliare. Le autorità competenti affermano che il passaggio alla detenzione domiciliare è perfettamente legittimo. Questo non basta. Il responsabile della giustizia del Pd Leva parla di cittadini di serie A e di serie B, fingendo di non capire che nelle carceri italiane non c’è differenza e i cittadini diventano oggi tutti uguali e cioè miserevoli per le condizioni delle nostre galere. Il Pdl paragona il caso Cancellieri a quello di Berlusconi, a proposito della famosa telefonata per far rilasciare Ruby. E così il caso esce dalla sua reale dimensione, quello in cui si trovava una donna, in condizioni di salute particolari, che non sopportava più la detenzione. Non c’è nelle posizioni del partito dei falchi giustizialisti un minino accenno di pietà, un sentimento che abbiamo imparato e sedimentato anche grazie alle splendide canzoni di De Andrè. Mai si leva da loro un sentimento di tolleranza e di comprensione per il dolore e per la sofferenza. Si sentono giudici del mondo. E spesso, diceva il vecchio Nenni, si trova “un puro più puro che ti epura”. Se le cose stanno come sono emerse e come sono state pubblicate non c’è niente di anomalo. Ma solo un atto per rispondere al dolore di un familiare, cosa che il ministro della Giustizia avrebbe compiuto anche in presenza di altre analoghe segnalazioni. Solo che stavolta si segnalava una Ligresti. E il piatto, per i finti moralisti un tanto al chilo, era succulento. Ma anche i cittadini di serie A, caro Leva, hanno diritto alla giustizia. Anche perché il caso appare eminentemente politico. Adesso, dopo la Idem, si può cancellare anche la Cancellieri, ma sia ben chiaro che la gomma è destinata a un altro cognome…