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Il decaduto

Alle cinque della sera scorrerà il sangue nell’arena di Palazzo Madama? Berlusconi decadrà da senatore in base ai dettami della legge Severino, che anche il Pdl aveva votato. Il cavaliere ha subito una condanna superiore ai due anni e la legge si applica anche per lui. Si poteva chiedere prima un parere alla Consulta sulla applicabilità retroattiva della legge, come Violante aveva suggerito, si poteva attendere l’interdizione dai pubblici uffici con la sentenza della Cassazione, come aveva suggerito Buemi, oggi imitato da Casini. Resta il fatto che, dopo una condanna per frode ed evasione fiscale, Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi lui ed evitare di trascinare sull’onda delle sue dimissioni anche la sua dissociazione dal governo favorendo la scissione del suo partito. Berlusconi sostiene di essere vittima di una persecuzione. Per taluni aspetti alcune iniziative giudiziarie e talune sentenze già scritte sono apparse anche a noi piuttosto discutibili. Così come una qualche commistione tra politica e regole del gioco hanno proiettato qualche ombra nel comportamento parlamentare, come quando si è voluto compiere la scelta del voto palese. Resta il fatto che le spontanee dimissioni di Berlusconi avrebbero, da un lato, rafforzato la sua dedizione alle istituzioni democratiche, accettando anche di recitare il ruolo della supposta vittima, dall’altro lo avrebbero rafforzato politicamente perché egli avrebbe tenuto unito il suo partito senza toccare il governo. Così non è stato. E la decadenza di Berlusconi equivale oggi ad una nuova rissa politica, ad un indebolimento sia pur solo numerico del governo, all’inizio di una nuova fase di scontro ancora sulla sua persona. Giusto che Berlusconi ricorra a tutti gli organi italiani e internazionali preposti, che dichiari a piena voce a sua innocenza, ma sarebbe stato giusto che Berlusconi e quel che resta del suo partito si rendessero conto che l’Italia attraversa una grave crisi e che gli italiani oggi sono assai più preoccupati del loro futuro di quanto non lo siano della decadenza del leader, fondatore e monarca assoluto di Forza Italia. Ho sempre pensato a Socrate, e certo non lo paragono a Berlusconi, che bevette la cicuta e accettò la condanna per salvare la istituzioni della polis, e anche a Tortora, che si consegnò in carcere da deputato europeo, dimettendosi prima, pur dicendosi innocente. Oggi siamo di fronte alla decadenza e al decaduto che ha operato ben altra scelta. È pur vero quel che scrive Brecht a proposito del pentimento di Galileo: “Infelice l’umanità che ha bisogno di eroi”. Ma in questo caso siamo al limite dell’irresponsabilità. Cada Berlusconi e tutti i berluschei…