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Dal giaguaro al gattopardo a Passera…

Chissà perché nel mirino finiscono sempre gli animali della giungla. Dalla
smacchiatura del giaguaro di bersaniana memoria all’uccisione del gattopardo che Alan Friedman agita nel titolo del suo libro-denuncia sulla verità dell’avvento di Monti, con trama inedita del Colle, si finisce sempre per far del male a quei poveri, anche se feroci, esemplari della foresta. Forse perché la politica ha assunto i caratteri di una caccia grossa. Forse perché è diventata così astiosa, crudele, e soprattutto invisa alla pubblica opinione. Quando si vuole menar scandalo il paragone é sempre riferito a loro.

Cosa emerge dal libro così pubblicizzato, e tra poco così venduto, di Friedman? Da quel che si è riferito, nulla o quasi nulla. Che in Italia tutti sapessero che Monti, già dall’estate del 2011, fosse in plancia di lancio per salire al Colle, solo i malinformati possono negarlo. Tanto che i più attenti alla cose della politica avevano cominciato a leggere con curiosa attenzione i suoi editoriali sul Corriere e a interpretare quella sua equidistanza tra i poli come una disponibilità ad accogliere un invito imminente a formare un governo di larghe intese. L’Italia attraversava una crisi pericolosa. Lo spread era impazzito e già salito verso i 400, il governo traballava dopo il distacco di Fini che a dicembre aveva sfiorato il colpo alla Camera. L’Europa ci guardava con perplessità e anche con divertita supponenza come testimoniavano gli sguardi del binomio Merkel-Sarkozy. Era evidente che le cose non potevano restare ferme. Cosa rivela dunque Friedman?

Che Monti era stato avvertito, che a Prodi e De Benedetti avesse egli confidato questa eventualità? Semmai la notizia è il programma di Passera. Davvero ottimo. Con spunti da estremista di sinistra, come la patrimoniale per raccogliere subito 85 miliardi di euro, per portare la crescita sopra il due per cento, il debito al 100 per cento del Pil e il deficit a zero. Da sottoscriverlo. Ma tanto poco efficace da rimanere lettera morta per il suo governo. Perché Passera, una volta accertato che il governo di cui faceva parte era orientato diversamente, non ha dato le dimissioni? Non è un animale della foresta, e neppure tanto aggressivo, ma Passera poteva almeno volare via…