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Barbieri, che c’entra Craxi?

Che il consigliere Barbieri si senta tradito da Renzi, lui che si colloca tra gli amici di Letta, questo non solo è comprensibile, ma anche assolutamente giustificato. Quello che stona è quel paragone con Craxi che non solo non ha mai sostituito Letta, ma non ha mai sostituto neppure Giuliano Amato, presidente del Consiglio dal 1992 al 1993. Di Craxi si può dire bene e male. Ma non gli si può attribuire comportamenti che non ha mai assunto. Da segretario del Psi arrivò alla presidenza del Consiglio dopo le elezioni del 1983, su designazione unanime del suo partito e dopo un accordo con la Dc e i partiti laici minori, che già avevano ottenuto la presidenza del Consiglio con il repubblicano Spadolini. Il suo governo durò dal 1983 al 1987, data in cui si svolsero le elezioni anticipate d’un anno, perché la Dc rivendicava la staffetta. Il PSI di Craxi appoggiò poi nella legislatura successiva tre presidenti democristiani: Goria, De Mita e Andreotti. Con lealtà e senza rivendicare nulla che non fosse la piena attuazione dei programmi. Un comportamento, alla luce dei fatti di oggi, che appare perfino esemplare.