Lettera aperta a Graziano Delrio
Caro Graziano, in occasione della partita di calcio Inter-Atalanta due bambini sono stati fermati agli ingressi perché sprovvisti della tessera del tifoso. Avevano circa dieci anni. E sono dovuti rincasare. Si tratta di una pagina triste e vergognosa del calcio italiano, che non solo si è dato norme che non esistono in nessun paese del mondo, ma che, grazie a queste norme e alla loro rigida applicazione, sta perdendo il suo pubblico migliore. E cioè le famiglie, gli sportivi per bene, i bambini, appunto. In nessun paese al mondo esistono i biglietti nominativi che impediscono alle persone di decidere all’ultimo momento di recarsi allo stadio e di comprarsi i biglietti ai botteghini senza correre il rischio di entrare quando la partita sta finendo. Solo in Italia esiste la tessera del tifoso senza la quale non è possibile sottoscrivere l’abbonamento alla squadra del cuore e seguirla in trasferta. Solo in Italia esistono barriere assurde, inutili, anacronistiche e fastidiose, tra campo e spalti, tra un settore e l’altro, spesso anche divisi da gradinate tenute inspiegabilmente vuote, e addirittura vere e proprie gabbie tassativamente vietate dall’Uefa dove rinchiudere come animali i tifosi ospiti. Non è il momento di operare una svolta? Anche perché gli stadi italiani sono desolatamente vuoti contrariamente a quelli inglesi e tedeschi, che hanno una frequentazione di pubblico quasi doppia rispetto alla nostra. L’altra sera, mentre i due bambini erano tenuti fuori da San Siro, lo stadio presentava la solita sparuta cornice di pubblico. Gli Ultras erano presenti, i bambini e le persone miti no. Ti sembra giusto? Ti conosco bene e ti so sensibile a questo problema. Ti chiedo di occupartene e di risolverlo, caro Graziano, come sai fare, con dedizione e velocità
Il tuo assessore allo sport Mauro Del Bue
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