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Berlusconi libero (di straparlare)

Davvero non capisco questa posizione dei magistrati e anche dei giornalisti che la prendono per oro colato. A Berlusconi è stato concesso l’affidamento ai servizi sociali, e non si tratta di una forzatura perché l’alternativa non era la detenzione in carcere, ma i domiciliari, avendo il cavaliere un’età avanzata nonostante i suoi molteplici ritocchi. Però, si dice, questa disposizione potrebbe essere cambiata qualora l’affidato parli male della magistratura.

Ma in che Paese siamo? In Bolivia durante la guerra civile? Noi siamo convinti che il golpe contro Berlusconi non ci sia stato. E siamo anche convinti, lo abbiamo scritto, che Silvio sia completamente bollito e straparli. Ma anche da detenuto deve avere la possibilità di farlo. Anche contestando le sentenze della magistratura, che non può tappare la bocca e incenerire il cervello proprio a nessuno.
Semmai, qualora essa ravvisi gli estremi per un reato di vilipendo, può benissimo iniziare un procedimento giudiziario contro di lui. L’ennesimo. Ma non può vietare, nemmeno a un detenuto, la libertà di pensare e di parlare. A me questa storiella da Paese sottosviluppato per cui se fai il “bravo con noi noi facciamo i bravi con te”, proprio non va giù. Lo dico da socialista liberale. E da radicale, da appartenente a una tradizione di libertà. Di libertà per gli avversari, prima ancora che per gli amici. E vorrei che su questo punto non solo l’Avanti, ma il partito tutto si esprimesse con chiarezza.
Ho ascoltato ieri sera la bella intervista di Renzi al salottone di Vespa. E ne ho apprezzato molti spunti. Mi ha particolarmente colpito la sua decisa polemica nei confronti di taluni privilegi dei magistrati, con l’Anm che pensa di rivolgersi addirittura alla Corte sulla questione dei tagli ai maxi stipendi. Renzi è andato giù duro affermando la piena legittimità dello Stato a legiferare in materia. Peccato che poi in commissione al Senato il Pd, assieme ai Cinque stelle, abbia bocciato l’emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati.
Un paese normale, in materia di giustizia, deve avere una legge europea, con divisione delle carriere, responsabilità dei magistrati, che pagano di persona gli errori (ahimè che errore la legge Vassalli votata dal Psi e quanto avevano ragione i radicali dopo il referendum del 1987), con norme che limitino l’eccessiva discrezionalità nell’uso della carcerazione preventiva, senza mai mettere in discussione la libertà di opinione per tutti, compreso i carcerati e gli affidati ai servizi.
Un paese normale non sopporta che un gruppo di magistrati pensi di subordinare una disposizione amministrativa a un pensiero, per quanto assurdo e non condivisibile. Non voglio riprendere qui la bella frase di Voltaire, che non era nemmeno sua, sulla libertà. Voglio solo affermare con nettezza che la magistratura può limitare la libertà di movimento di una persona in base alle leggi, ma non può mai pretendere di limitarne o cambiarne le opinioni.