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Per l’Italia

Si vota anche per l’Italia. La ricaduta nazionale del voto europeo sarà duplice. Nell’editoriale di ieri ho spiegato i motivi del voto socialista in Europa. Si tratta di scegliere tra tre tendenze: quella anti europea, quella conservatrice e rigorista, quella progressista e socialista. Se la tendenza del rilancio della crescita dovesse affermarsi sono evidenti le ricadute nazionali. Ma esiste anche uno specifico italiano nel voto di domenica che vorrei qui riassumere. Tutta la campagna elettorale é stata giocata per evidenziare i pericoli di un’affermazione del populismo estremista di Beppe Grillo. Evidentemente il rischio che tale movimento possa addirittura superare il successo delle politiche esiste. In fondo non si vota direttamente per il governo del paese e il voto di protesta può esprimersi con una certa qual libertà.

Dall’altra parte Forza Italia e Berlusconi paiono piuttosto spenti e quasi fuori dal grande gioco politico ed elettorale. La partita a tre, Renzi, Grillo, Berlusconi, si è via via trasformata in una partita a due. Se Grillo dovesse affermarsi oltre una quantità accettabile il governo rischierebbe. Si dice che il distacco sostenibile tra Pd e Cinque stelle dovrebbe essere di cinque punti. Certo un movimento anti europeista che sommando i voti grillini, leghisti e di Fratelli d’Italia superasse il 40 per cento sarebbe un guaio per l’Italia. Come sarebbe un grande problema un insuccesso del Nuovo centro-destra. Questo partito è determinante per la governabilità dell’Italia e il mancato superamento del quorum lo costringerebbe a rivedere la sua attuale collocazione. Con il serio pericolo dell’ingovernabilità.

Non credo invece che il voto al Pd possa essere utilizzato per accelerare il percorso che porta alle elezioni. Non ne comprenderei il motivo, né l’obiettivo. Per uno scioglimento anticipato delle Camere occorre una crisi di governo e la mancanza di soluzioni parlamentari. Perché e chi dovrebbe assumersi questa responsabilità? E poi. Per fare cosa? Per tornare a comporre un governo come questo, giacché non credo affatto che Alfano, dopo avere governato con Renzi, possa spostarsi dall’altro lato della barricata. Dunque?

Anche per lo sviluppo della nostra azione politica è necessario sostenere i nostri candidati nella lista Pd-Pse. Noi continuiamo a considerare un caso l’adesione del Pd al Pes e all’Internazionale socialista. E non una vittoria nostra. E ci arrovelliamo per dimostrare che magari potevamo, dovevamo presentare una lista autonoma. E poi che, magari, dovevamo presentare candidati diversi. Intanto credo che sul primo punto avremo modo di riflettere dopo, visto che, come diceva il vecchio Nenni, in un partito c’è il momento del confronto e c’è il momento dell’unità. E le elezioni non sono un congresso. Sul secondo appunto mi sento oggi in dovere di ringraziare i nostri candidati, che meritano tutto il nostro appoggio. I socialisti che vogliono il bene del Psi sono tutti impegnati a decretarne il successo. Non dimentichiamocelo, domenica si vota per l’Europa e per il socialismo democratico europeo, si vota per l’Italia e per il socialismo democratico italiano.