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Quel che ho detto alla Direzione del PSI

Diciamo subito che in questi vent’anni non è rinato il Psi. Può essere che siano stati compiuti errori, che i gruppi dirigenti non siano stati all’altezza. Ma è difficile non riconoscere che far rinascere il Psi in un sistema politico che non prevedeva nessuno dei vecchi partiti era operazione impossibile. Sono però rinate diverse organizzazioni di socialisti che al massimo (Sdi nel 1999 e Nuovo Psi nel 2004) hanno superato, sia pur di poco, il due per cento. Dunque eviterei oggi di imbastire funerali a un partito che non è mai nato. Mi fanno specie i compagni che ancor oggi ritengono che questa impossibile partenogenesi potrebbe compiersi se avessimo più idee, più supporto televisivo, migliori dirigenti. Vuole dire non aver capito e continuare a non capire la nuova politica, che certo a noi non piace, ma che non possiamo alterare scambiando la realtà coi nostri desideri.

Dunque non dobbiamo mollare né le nostre idee di fondo, né la nostra autonoma organizzazione. È però giunto il momento, perché fra un po’ sarà tardi e rischiamo di perdere davvero l’ultimo appuntamento, di mettere coi piedi per terra questo patto federativo col Pd del quale si parla. Intendiamoci. Anch’io ho riserve su questo Pd, sulla mancanza di una cultura politica, sul renzismo così poco profondo, sulla cerchia di giovani scommesse che lo interpretano.

Però bisogna pure ammettere che lo sfondamento di Renzi è quello di Blair e anche quello, purtroppo solo desiderato, di Craxi. Costruire un partito che assommi sinistra e centro e che superi i tradizionali confini ideologici e politici di un socialismo integralista, non era quel che noi propugnavamo negli anni ottanta? Noi oggi cosa dovremmo opporgli? Un vetero socialismo d’antan? Un estremismo alla Landini e alla Tsipras? Cioè dovremmo diventare diversi da quello che eravamo solo perché qualcuno è diventato simile a noi?

Quello che conta nel nuovo sistema è la funzione politica. Se bastassero le idee o la comunicazione televisiva Scelta civica e Tabacci avrebbero lo 0,7 per cento e Bertinotti nel 2008 sarebbe sparito con la sua coalizione dal Parlamento? Diciamo la verità: oggi il nuovo Pd di Renzi non apre spazi alla sua destra. Fatica persino Berlusconi a trovarli, figurarsi Scelta civica e, volendo, un piccolo Psi. E alla sua sinistra che c’è? Vendola e Sel che faticano e che tra poco potrebbero essere alle prese con una scissione. Dovremmo mescolarci a loro rinnegando tutte le nostre intuizioni del passato e la nostra appartenenza al socialismo europeo?

E’ quel che ho detto oggi alla Direzione del PSI. Resta ancora da definire con concretezza il percorso di una nuova aggregazione col Pd. Dovremo probabilmente stabilire forme che già sono praticate tra piccoli partiti del centrodestra e Forza Italia. Dovremo riflettere sulle conseguenze territoriali e prepararci già adesso alla prossime scadenze regionali. Ma è inutile raccontarci storielle. La nostra storia e i nostri militanti hanno bisogno di idee chiare. E noi dobbiamo fornirle.

La confusione regna ancora sovrana in frammenti della nostra area. C’è chi in nome della mancanza di una lista del Psi alle europee per amore del socialismo europeo ha votato Tsirpas che col socialismo europeo non c’entra nulla, c’è chi considera ancora possibile una autonoma presenza elettorale del nostro piccolo partito che sarà sempre più alle prese con sbarramenti che sgretoleranno le legittime ambizioni di nostri compagni. E la frustrazione si mischierà alla delusione. Dobbiamo non mollare sui nostri principi e sulle nostre idee (penso al tema dei diritti e e quello della giustizia) e inserirli nel nostro piccolo contenitore e contestualmente in un contenitore più grande. Altrimenti moriremo per mancanza d’aria.