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La casta dei magistrati

Peccato che Rizzo e Stella non abbiano voluto completare il lavoro e indagare nelle tante caste italiane. Avrebbero trovato pane per i loro denti guardando nelle pieghe di quella dei magistrati. Non solo per il trattamento economico e i diversi privilegi che sono almeno pari a quelli dei deputati, ma soprattutto per la continua invocazione all’indipendenza del potere giudiziario, sfociata nell’autogoverno, nella mancanza di poteri esterni di controllo e nella sostanziale impunibilità. Non so chi abbia coniato, mi dicono D’Alema, la battuta secondo la quale “i magistrati hanno ragione su Berlusconi e Berlusconi ha ragione sui magistrati”, ma io la condivido.

Anzi personalmente ho più volte rimarcato che noi socialisti siamo gli unici a combattere entrambi i conflitti d’interesse, quello di Berlusconi, tra potere politico e potere dell’informazione, e quello dei magistrati, tra potere giudiziario e potere politico. La destra ha visto solo il conflitto dei magistrati, la sinistra solo quello di Berlusconi. Ma nessuno delle due ha neanche eliminato il conflitto di segno opposto. Anzi è capitato, e forse sta capitando ancora, che sinistra e destra abbiano trovato accordi per conservarli entrambi. Quasi a giustificare di contenuto l’anomalo bipolarismo italiano Quando la sinistra ha governato non ha approvato leggi per eliminare il conflitto di Berlusconi, quando la destra ha governato non ha approvato leggi per eliminare il conflitto dei magistrati.

Oggi si sta muovendo qualcosa, e ancora assistiamo alla reazione della casta dei magistrati, mentre l’accordo BR pare possa preludere a una sorta di indulto che libererebbe Berlusconi dal peso delle sue condanne. Vedremo. Restiamo al primo tema. È bastato che il governo approvasse nuove norme per l’entrata in regime pensionistico dei magistrati che è scoppiato il finimondo. Quella dei magistrati è l’unica categoria che minaccia scioperi per andare in pensione più tardi. Gli strali dell’Anm sono sempre gli stessi. Tutto quello che tocca i togati è un attentato alla loro indipendenza e alla Costituzione,

Allo stesso modo hanno reagito dopo l’abbassamento a 240 mila euro del massimo di stipendio per i dipendenti pubblici. Anche questo è stato giudicato un attentato alla loro indipendenza. Ma se sono così gelosi di questo principio perché gli stipendi massimi non se li sono tagliati da soli? Poi la votazione sulla responsabilità civile approvata alla Camera. Ancora tuoni sulla indipendenza scalfita. Si ha nett