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Dopo la festa

17 Settembre 2014 940 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Una festa riuscita quella di Carrara, anzi di Marina di Carrara, nel cuore dei locali della fiera, vicino al mare. Nel piazzale interno era situato un enorme palco, con file di sedie dinnanzi, in fondo un bar e ristorante. In mezzo qualche stand di libri e intorno bandiere rosse, oggi così poco di moda. La festa è stata un lungo, continuo dibattito senza sosta. Dal mattino alla notte. E con ospiti eccellenti e quasi tutti presenti. Da non credere. Poco più in là campeggiava una scritta dedicata all’ex presiedente della Camera: “Fini antifascista all’abbuffata socialista”, col simbolo di Ordine nuovo. In effetti Gianfranco Fini non è mancato e ha voluto sottolineare la necessità di cambiare quella legge, che pure porta anche il suo nome, almeno nella parte del riconoscimento della cittadinanza ai bambini nati in Italia.

Nel dibattito al quale anch’io ho partecipato Chalib, il deputato del Pd, ha precisato che lo ius soli sarà temperato dalla condizione richiesta di almeno cinque anni di permanenza in Italia dei genitori, che devono avere la cittadinanza. Nel dibattito, a cui ha partecipato, con Intini, Covatta e Vizzini, anche Massimo D’Alema, due battute d’antan del fondatore dei Diesse. Sull’ingresso del Pd di Renzi nel socialismo europeo, D’Alema ha precisato che lui non ne era mai uscito, e poi qualche affondo ironico sul patto Renzi-Berlusconi sulle riforme istituzionali, con il ricordo della bicamerale: “Io pensavo di trovare i consensi in Parlamento, una visione ottocentesca…”. Sulla politica europea qualche accento di Aguilar, già ministro del governo Zapatero, contro la politica di unità nazionale con chiaro riferimento alla Germania, dove la sinistra perderebbe la sua identità e con essa anche le elezioni. Avrei voluto però ricordargli che anche Zapatero, pur governando da solo, le elezioni purtroppo le ha perse.

Poi il confronto a cui ha partecipato il coordinatore di Forza Italia Toti e soprattuto il dibattito tra Nencini, Debora Serracchiani, il ministro della giustizia Orlando. Una sola riflessione sulla riforma della giustizia. Orlando e Renzi non scherzino con la magistratura, sempre pronta a reagire, vedasi i casi dell’Emilia. Se fanno solo graffi, vedasi la questione delle ferie e delle pensioni, oltre ai tetti sugli stipendi, cioè se useranno il temperino per incidere di qua e di là, affrontando solo questioni di pancia sulle quali Renzi è maestro, rischieranno di essere travolti. Diano il colpo. E riformino la struttura della giustizia, con la separazione delle carriere e il doppio Csm. E vinceranno la partita. Qualche volta a dar retta ai socialisti ci si prende…

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