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Il gettone, l’iPhone, i pullman pagati e i feriti di oggi

Sulla forma non mi piace il renzismo. Lo trovo anzi sconcertante. Dare a tutti dei retrogradi con l’anello al naso è piuttosto fastidioso. Confesso che anch’io faccio fatica ad adeguarmi a tutte le nuove tecnologie, anche se adesso sono parecchio migliorato. Ma non mi permetterei mai di offendere un mio amico se non sa come funziona un iPhone. Quando ero ragazzo ricordo che Nenni non usava benissimo il mezzo televisivo. Ma consideravo il vecchio un grande politico lo stesso. Magari non sapeva usare neanche la macchina da scrivere. Eppure era un giornalista eccellente. Questo valutare sempre la forma superiore ai contenuti mi risulta piuttosto sgradevole. Eppure é stata la costante del berlusconismo (ricordate quando il cavaliere voleva incontrare Papà Cervi? Gli bastava manifestare la sua disponibilità, poi che fosse morto da trent’anni non aveva nessuna importanza). Nell’anteporre sempre la forma ai contenuti anche Renzi non scherza.

Dopo la rottamazione, strumento alquanto cruento di risolvere i conflitti con un’altra generazione, si è passati all’esaltazione estetica degli individui. Vedo che dopo la Boschi e la Madia, sarebbe in procinto di diventare ministro degli Esteri addirittura Lia Quartapelle, una ragazza alle prime armi anche come parlamentare. A Renzi non importa che il ministero degli Esteri sia il più importante, il più qualificato, il più complicato. Quello dove si sono alternati Saragat, Fanfani, Moro, Nenni, Andreotti. Importa stupire. Chi mai aveva avuto il coraggio di nominarvi una Mogherini qualsiasi? E poi addirittura di farla assurgere al vertice della politica estera europea per il sol gusto di trombare D’Alema? Non basta mai. Un altro colpo. È la volta di una ragazza che nessuno conosce e che sembra un’anonima studentessa universitaria, per evitare Lapo, nome di stampo stilnovista, Pistelli, fiorentino dannato. Non mi stupirei se con questa logica Renzi, prima della fine della legislatura, facesse il vero colpo da maestro, e nominasse anche un bambino, magari nel ministero del Paese dei balocchi.

Poi sui contenuti, invece, Renzi ha spesso ragione. Ciò vuol dire che non riesco a diventare renziano, giacché lui ostenta la preminenza delle forme. E anche se la Picierno mi risulta più antipatica di qualsiasi personaggio della storia, compreso il socialdemocratico Lupis, anche se quel che ha detto poteva risparmiarselo in questo momento di tensioni e di conflitti, devo dire che su una cosa ha ragione. Non che la Camusso sia stata eletta con tessere false. No, questo va certo dimostrato. Ma che i pullman siano stati offerti gratuitamente ai partecipanti di piazza San Giovanni questo è certamente vero. Noi se vogliamo andare al Consiglio nazionale del Psi dobbiamo pagarli treno e pranzo, i sangiovannisti no. Non è la prima volta. È la prima volta che si dice. D’altronde anche la Camusso, ospite di Floris, un altro che quando parla del Psi dovrebbe stare attento e fermo con le mani, l’ha ammesso sorniona. Le spese della manifestazione sono state quelle dei treni e dei pullman. Mica poco, dai. Una volta il primo maggio si festeggiava rischiando il posto di lavoro. Come sono cambiati i tempi.

Quel che bisognerebbe evitare è la drammatizzazione. Renzi non ha trattato bene il sindacato. Lo ha snobbato e sbeffeggiato. Poteva evitarlo. È vero. Craxi non smise di trattare sulla scala mobile nemmeno dopo la sfida referendaria. Renzi non tratta. Renzi sfida, segna, trionfa come se ogni cosa fosse una partita di calcio. Eppure Craxi era il decisionista. Bisognerebbe sopratutto ritornare a un rapporto di normale frequentazione tra governo e sindacato. Non si capisce a chi giovi un ulteriore irrigidimento. Anche perché poi si verificano tensioni come quelle di oggi pomeriggio durante la manifestazione degli operai delle acciaierie di Terni e l’esposizione del governo rischia di divenire troppo alta. Non è chiaro cosa sia successo ma quando ci sono feriti in piazza è sempre un fatto doloroso, molto doloroso. Ha fatto bene Nencini a chiedere spiegazioni ad Alfano. Tutti farebbero bene, come Floris, a tenere le mani al loro posto…