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Perché per De Magistris sì e per Berlusconi no?

Così mi prendo anche del filoberlusconiano ma, come dice giustamente il nostro Di Lello, non si può essere garantisti a senso unico. Qui non esiste neanche la questione del garantismo a senso unico, per la verità, ma esiste il problema di un’applicazione diversa della stessa legge. Facciamo il punto. La legge Severino non è una legge esaltante. Per taluni aspetti, come nel caso di sospensione dai pubblici uffici in caso di condanna in primo grado, è anche una legge ipocrita. Perché la condanna o è definitiva, e arriva al terzo grado di giudizio, o non è. D’altronde ho vissuto personalmente la fase (1992-1994) quando bastava un solo avviso di garanzia per condannare un uomo politico. E dunque avremmo comunque fatto un passo in avanti.

Tuttavia la legge Severino non si é ancora capito se possa o meno essere applicata retroattivamente, cioè per un reato compiuto prima della sua approvazione. La questione venne risolta politicamente per Berlusconi, nel senso della sua applicazione retroattiva. Scrissi più volte, e al Senato Buemi si espose su questa linea e anche Violante la fece sua, che sarebbe stato il caso di formulare il quesito dinnanzi alla Corte costituzionale. Oltretutto la sospensione dai pubblici uffici sarebbe stata decretata dalla Corte d’Appello e poi dalla Cassazione, dopo la richiesta di riconteggio degli anni per la sentenza Mediaset che quest’ultima aveva demandato a quell’altra. Niente. Bisognava applicare subito la Severino e dichiarare decaduto Berlusconi. Cosa è successo a De Magistris? Che secondo il Tar non è manifestamente infondata l’obiezione sulla costituzionalità degli articoli 10 e 11 della legge, che parlano di sospensione e decadenza dei pubblici amministratori e dunque il quesito viene posto dinanzi alla Corte. Esattamente quel che si proponeva sul caso Berlusconi attorno ad altra questione cioè alla retroattività della legge. L’ex presidente venne fatto decadere per la norme della legge Severino e prima di essere sospeso per la successiva sentenza Mediaset.

Naturalmente l’autogarantista De Magistris, che oggi canta vittoria per la sospensione del decreto prefettizio che lo sollevava da sindaco, era al tempo favorevolissimo, assieme a tutti i suoi amici, all’applicazione integrale della Severino e oggi invece approfitta del dubbio di costituzionalità per tornare trionfalmente in Comune, uscendo dalle catacombe dove aveva trasferito illegalmente anche la sua giunta. Ma anche il Pd dovrebbe spiegare il suo comportamento al Senato. Perché non ha accettato la posizione di Buemi e perché oggi non s’infuria per la sentenza del Tar e il trasferimento del quesito alla Corte? Ma che coerenza è mai questa? Volete sapere come andrà a finire? Che la Corte europea annullerà la decisione del Senato proprio sulla base dell’applicazione distorta della stessa legge e Berlusconi, come De Magistris, canterà vittoria. Ma se addirittura la Corte decidesse per la non costituzionalità della legge per gli amministratori locali e dunque, per deduzione logica, anche per i parlamentari, sai te che bella figura…