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Solidarietà ad Angelo Zubbani

Lo conosco come persona perbene e benvoluta dalla sua gente. I carrarresi, gente dura come il marmo, che hanno conosciuto una forte tradizione anarchica, lo hanno voluto sindaco per due volte. É l’unico sindaco di una importante città, assieme a Fano, iscritto al nostro partito. A Carrara la tradizione socialista è sempre stata forte. Poco distante i socialisti hanno strappato il Comune di Aulla con una lista civica. E nella città di Carrara il Psi oscilla con percentuali attorno al 15 per cento. Carrara è un comune problematico dal punto di vista ambientale. Arrampicato su un colle, a pochi chilometri dal mare, sovrastato dalle montagne, le magnifiche Alpi apuane, dove troneggia il luccicante marmo, così apprezzato anche da Michelangelo, fortuna e tragedia di questa gente, Carrara è anche attraversato da un torrente, il Carrione, dagli argini insicuri.

La provincia aveva il compito dei lavori per metterlo in sicurezza e come avvenuto a Genova ci sono stati dei ritardi e forse anche degli errori non imputabili all’amministrazione comunale di Carrara. Naturalmente il sindaco è sempre il primo a fare le spese della protesta, in questo caso della furia della sua gente. I danni certo ci sono stati, ma quella folla inferocita e manipolata da un gruppo di estremisti, che ha circondato il sindaco, che subito si era proposto di dialogare e di spiegare, e gli ha fatto anche perdere i sensi, non aveva solo il proposito di far sentire una protesta e anche una rabbia giustificate. L’impressione, come spesso capita in queste circostanze, è che un manipolo ben individuato di gruppi politicizzati abbia preso il sopravvento su una manifestazione pacifica.

Resta il fatto, che è purtroppo nazionale, dell’uso sbagliato del territorio nelle zone a rischio. Quando piove l’Italia trema. Nuove ondate di paura a Genova, Chiavari è sommersa dall’acqua, e nuove allagamenti in Lombardia mettono sempre più in rilievo la necessità di un piano nazionale per la tutela del territorio. Il ministro Galletti assicura che non bastano i soldi, circa cinque miliardi. Bisogna poi spenderli, le procedure spesso non lo consentono. Consentono troppi ritardi, troppi intoppi, troppi sgambetti. Da un lato si vogliono tempi stretti, dall’altro si contestano le procedure d’urgenza. Tutti i nodi tornano al pettine e la devastazione urbanistica delle zone a rischio ha finito per creare nuovi pericoli e anche taluni drammi. Se anzichè pensare a opere non necessarie l’Italia avesse messo al primo posto questa indifferibile esigenza di arginare i fiumi, di tutelare l’ambiente evitando nuove costruzioni, di alzare i livelli delle strade limitrofe ai corsi d’acqua creando barriere, insomma ponendosi la priorità di difendere la vita dei nostri cittadini, le loro abitazioni, le attività produttive, i beni cultuali, e nel contempo si fossero varate norme capaci di assicurare velocità e trasparenza, per la messa in sicurezza, forse non saremmo a questo punto.

Attribuire tutta la responsabilità ai sindaci che da pochi anni si trovano alla guida dei loro comuni, spesso senza soldi, coi tagli sempre più pesanti praticati dai governi, con competenze relative, con procedure, quando hanno responsabilità, assurde e spesso impraticabili, mi sembra un errore. Anche la televisione si allinea spesso a questa confusa operazione di denuncia. Basterebbe guardare due programmi, di Mediaset e di La 7 di ieri sera, per farsene un’idea. Difficile cavalcare così spropositatamente la tigre. Il giornalista de “Il fatto quotidiano” che esaltava la richiesta di dimissioni del sindaco di Carrara senza approfondirne le responsabilità, era lo stesso che chiedeva la gogna ad ogni avviso di garanzia. Questo dare sempre più spazio alle denunce e alle condanne sommarie, come esigenza indifferibile di contare di più, mi è sembrata una vera e propria operazione di strumentale e colpevole disinformazione. Che c’entra la partecipazione con la ghigliottina? Eppure questo sta avvenendo. Noi assicuriamo la nostra solidarietà ad Angelo Zubbani, una persona perbene e votata per due volte dai suoi concittadini. Che si è assunto il difficile compito di dialogare e spiegare ai suoi come sono esattamente le cose e di chi siano le responsabilità. Si vuole annegare Angelo nel mare di un’alluvione della quale non porta alcuna responsabilità. Questo è ingiusto e inaccettabile. Lo dovrebbe essere per tutti coloro che credono alla buona amministrazione e alla buona politica. E soprattutto alla verità dei fatti.