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Vota elettore, ma mica è obbligatorio…

Le prima percentuali di voto che si riferiscono alle 12 sono purtroppo quelle che si attendevano: solo poco più del 10% in Emilia-Romagna e poco più dell’8 in Calabria. Quelle delle diciannove parlano del 30% in Emilia e del 34 in Calabria. È possibile, quasi certo, che non vada dunque a votare nemmeno la metà degli elettori. Il profondo disagio sociale, la disaffezione alla politica, la straordinarietà di queste elezioni che la maggioranza non ha seguito, lo scandalo dei rimborsi, esploso in tutte le regioni e recentemente proprio in Emilia-Romagna, hanno generato un clima di sfiducia verso tutti i partiti. In tanti concepiscono l’estensione dal voto come un atto di protesta.

Questo rientra nelle possibilità offerte al cittadino. Il voto non è obbligatorio. E nessuno lo può imporre. Si ricorda che le percentuali di voto in altri paesi sono storicamente assai più basse di quelle che si sono registrate nei decenni passati in Italia. Questo però mi porta a due ordini di considerazioni. La prima riguarda la rassegnazione che tanti giornalisti e politologi sembrano manifestare quando si accontentano di chi sta peggio. La verità è che è l’Italia a peggiorare il suo livello di partecipazione alla vita democratica, non gli altri. La seconda é il legame che i partiti politici, oggi pressoché estinti, sapevano stabilire con i cittadini. Non a caso i partiti, come strumenti dell’azione democratica, sono stati previsti in Costituzione.

Non ci lamentiamo delle scarsa partecipazione. Cerchiamo di indagarne le cause. Personalmente penso che, superato anche il Pd, con l’egemonia renziana e l’uomo solo al comando, come strumento di democrazia, e mai apparso come tale il movimento di Grillo, oggi l’unica organizzazione sensibilmente radicata sul territorio è la Lega di Salvini. Non più quella di Bossi e nemmeno di Maroni, la Lega di Salvini è passata dalla secessione dall’Italia a una sorta di nazionalismo. Esalta gli italiani quando intende uscire dall’Euro e farla finita con l’immigrazione clandestina. La sinistra non può stare dall’altra parte. Nasce un movimento nazionale leghista che rischia di far presa al Nord come al Centro e al Sud. Occorre evitare di storcere la bocca e stabilire che la sicurezza dei cittadini e la parità di trattamento di tutti non sono estranei ai valori di una sinistra moderna e liberale. Vedremo poi avanti i risultati in Emilia-Romagna e in Calabria. E calcoleremo soprattutto quanto le liste hanno perso in voti e non tanto in percentuale, rispetto alle regionali precedenti.