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Un nuovo dizionario politico

Ho l’impressione che in tanti ragionino senza tenere presenti le conseguenze della nuove regole elettorali che dovrebbero essere approvate, senza emendamenti rilevanti sui punti fondamentali. Veri propri dilettanti, politici e giornalisti, in caduta libera continuano a parlare come se nulla di sostanzialmente nuovo fosse in cantiere. Vediamo di fissare un nuovo dizionario politico alla luce delle nuove regole. Primo: con la nuova legge elettorale non esisteranno più le coalizioni. Rispondo a quanti, leggo oggi della De Girolamo, auspicano la fondazione di un nuovo centro-destra. Costoro non hanno evidentemente capito che il premio alla lista che abbia superato il 40 per cento, o il ballottaggio in caso contrario, presuppongono una sorta di reductio a due degli schieramenti, ma di schieramenti che devono diventare liste.

Possono presentarsi anche liste senza l’ambizione di vittoria. Ma queste, se supereranno la soglia del 3 per cento, staranno tutte all’opposizione, sia che si collochino a destra, sia che si situino a sinistra delle prime due. Secondo: i singoli partiti avranno una duplice possibilità. O di presentarsi da soli in liste diverse, o di coalizzarsi in una lista comune. Sarà ovviamente prevalente questa seconda possibilità, perché anche i primi due partiti avranno interesse ad aggregare in una stessa lista più consensi possibile per vincere la singolar tenzone. Dunque si creeranno con ogni probabilità non più coalizioni, ma liste di coalizione. Dunque riepiloghiamo. Non ci saranno più le coalizioni di centro-sinistra e di centro-destra, ma liste non necessariamente di partito e i singoli partiti potranno presentare liste da soli, ma saranno destinati, quelli che supereranno lo sbarramento, a collocarsi tutte all’opposizione, o, più probabilmente, a promuovere liste di coalizione.

Terzo: se quest’ultima ipotesi, la più probabile, si concreterà, allora anche la governabilità sarà a rischio, perché le liste di coalizione, così come possono essere costruite, possono anche essere distrutte. Mettiamo il caso che il Pd, per superare il 40 per cento, scelga di fare una lista con Sel. Chi mi assicura che la lista Pd-Sel sia in condizione di costruire un governo stabile, che non vada in crisi dopo un anno? Ancor di più pare poco credibile una lista di coalizione che potrebbe mettere insieme Forza Italia e Lega. Se mai dovessero vincere perché non dovrebbero litigare come è quasi sempre successo dopo le elezioni? Dunque la lista di coalizione può comportare gli stessi identici rischi di ingovernabilità delle vecchie coalizioni. L’importante è saperlo. Ed evitare di continuare a emettere sentenze sulla legge che permetterebbe di conoscere la sera stessa l’identità del vincitore, come se le elezioni fossero una tappa del giro d’Italia. Che, come le elezioni, si vince poi alla fine di una lunga corsa…