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Renzi e Delrio

Francamente non conosco i dettagli della nomina di Graziano Delrio a ministro delle Infrastrutture. Qualcuno l’ha ritenuta una promozione, qualcun altro una retrocessione. Ad un giornalista locale che mi ha chiesto un parere me la sono cavata rispondendo così: “Sul piano del potere è una promozione, sul piano politico è una retrocessione”. Delrio va in un superministero che ne ha uniti tre: lavori pubblici, trasporti e marina mercantile. È forse il ministero che copre una gamma di interventi più rilevanti. Ma Delrio era il numero due del governo Renzi, come Amato lo era del governo Craxi e Letta di quello Berlusconi. Adesso non lo è più.

Parlando con chi gli è molto vicino si adombra il sospetto che la sua sia stata una rimozione per rendere Palazzo Chigi sempre più armonica con Renzi e la sua band. Un gruppo che pende dalle labbra e dagli umori del capo. Non che Delrio non fosse renziano convinto, ma l’ex sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci aveva una sua personalità. Un suo carattere, per taluni versi opposto a quello del presidente del Consiglio, una sua autonoma convinzione delle cose della politica. Delrio, anche come inclinazione, non è mai per la guerra soprattuto quando con poco puoi arrivare alla pace. Renzi invece vive di conflitti, sono il suo pane quotidiano, su di essi ha costruito la sua fulgida e rapidissima carriera. Scontrandosi continuamente e frontalmente e vincendo.

Renzi e Delrio non sono compatibili per stile. Forse per questo Renzi, approfittando del caso Lupi, ha risolto il problema. Facendo fuori ad un tempo anche il segretario di Palazzo Chigi che era un fedelissimo di Delrio e sostituendolo con uno a lui fedele. È vero, Delrio è stato sostituito da De Vincenti, che renziano non è e nemmeno giovane. Insomma un politico che secondo i suoi schemi non dovrebbe neppure sedere in Parlamento. Ma con una fitta rete di renziani doc nel palazzo il buon De Vincenti cosa potrà mai contare? Tutto questo può interessare poco ed essere solo derubricato a banale gossip della politica. Restano però i problemi sul tappeto e soprattutto l’improvviso dietro front che taluni quotidiani, che avevano esaltato il giovin signore fiorentino, hanno messo recentemente in atto. Che significato possiamo loro attribuire ?