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E Pippo Pippo se ne va …

Dopo annunci a vuoto e molti verbi al futuro si è deciso. Pippo Civati ha lasciato il Pd. Non condivideva quasi nulla e come ha sostenuto lui stesso, che è dotato di una notevole dose di ironia e anche di autoironia, l’unica volta che non ha votato in dissenso è stata quella dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Per il resto la sua è stata una funzione di opposizione cronica. E dire che era nato con Renzi alla prima Leopolda, quella dei rottamatori. Poi da Renzi si è via via distaccato. Renzi proviene dal mondo cattolico, Civati è dotato di cultura laica. Mi è capitato di incontrarlo recentemente proprio in occasione di un dibattito sulla laicità e su questo la pensavamo allo stesso modo. Dichiarò che il Pd non è un partito laico e giù botte a Renzi e ai suoi. Adesso che farà Pippo che non è Landini? È troppo borghese e liberal per confondersi con Maurizio, l’urlatore dei New Fiom. Lui canta mormorando alla Lelio Luttazzi. Col sorriso sulle labbra. Non credo che vorrà confondersi con la sinistra radicale. E però non ha altra scelta. Perché non c’è altro spazio. Per questo è condannato, con la sua uscita, a compiere una scelta di schieramento forse poco naturale per lui. Vedremo. Intanto chi si porterà seco? Perché se è vero che se ne andranno alcuni senatori il quadro politico potrebbe anche essere tutt’altro che stabile. Si attacca, nei settori della minoranza del PD, un vecchio slogan: “Il Senato sara il nostro Vietnam”. Pippo ha acceso la miccia.