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Vizio e vitalizio

I presidenti di Camera e Senato vogliono cavalcare l’anti politica. Il Pd, per motivi elettorali, escluso il solito Sposetti, non può tirarsi indietro. Così è nata la vicenda della sottrazione dei vitalizi ai parlamentari condannati. Ottima mossa per attrarre consensi in un mondo in cui la politica è così deturpata e dove giornalisti profumatamente pagati mostrano sdegno per i compensi dei deputati e senatori, che sono più o meno gli stessi degli altri paesi europei. Le grida dei vari nostri Giletti hanno assunto toni manzoniani, con paragoni tutti sbagliati e con evidenti confusioni tra lordo e netto, mentre alcuni scrittori denunciano la casta guadagnando milioni.

Adesso la mossa. Via i vitalizi ai condannati, ma non a tutti. A coloro che hanno scontato o stanno scontando pene superiori ai due anni e poi escluso alcuni reati come l’abuso d’ufficio e poi esclusi gli eredi e poi senza contare la somma e sottratto due e diviso per tre. Fatto un conto saranno una ventina i parlamentari oggetto decapitati e risulta di pochissimi milioni il risparmio dello Stato. Poco importa che si tratti di una decisione chiaramente illegittima. Quel che conta è che sia popolare. Verrà bocciata dalla Corte, ma Grasso e Boldrini dormiranno sonni tranquilli.

Quando mai è per chi (neppure per i mafiosi) sono stati revocati diritti acquisiti e non decaduti per una sentenza di un tribunale che peraltro non può avere retroattività penale e per di più in mancanza di una legge? Mai. Adesso si inaugura un nuovo modo di agire. I condannati per gravi reati che hanno scontato una pena dovrebbero, secondo i principi di uno stato liberale, tornare ad essere cittadini uguali agli altri. Invece no. Per un magistrato come Grasso esiste una pena aggiuntiva, anzi parallela e retroattiva. È un nuovo modo di intendere lo stato di diritto che fa tremare i polsi. E per di più sulla base di una semplice delibera degli uffici di presidenza. È vero che il vitalizio è istituito attraverso gli uffici di presidenza ma un principio di decadenza deve essere normato da leggi (vedasi la discussa Severino).

A me pare un atto senza precedenti. In Parlamento sono stati aboliti i vitalizi, ma dal momento in cui è stata approvata una legge in avanti. Non può esistere il principio di retroattività. Se io pago quel che mi viene chiesto in cambio di una somma che devo avere sulla base di un contratto di tipo privatistico, com’è quello del vitalizio parlamentare, non posso vedermi cambiate in itinere le condizioni del contratto. Tanto che i vitalizi sono stati aboliti per i nuovi non già per i vecchi parlamentari. Poi esiste un ulteriore strappo alla regola. Se solo uno dei questi parlamentari vivesse col solo vitalizio e senza alcuna pensione Inps, come lo riduciamo? Non diciamo stupidaggini sul fatto che avrà accumulato auree risorse. Facciamone un principio che poi dovremmo applicare anche al futuro. Cioè noi stabiliamo che d’ora in avanti, oltre alla pena inflitta dal tribunale, il Parlamento infligge un’altra pena. Per tutti, anche per chi con la pena aggiuntiva potrebbe subire danni irreparabili. A me pare inverosimile.