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Quando finirà il gioco del più a sinistra?

23 Agosto 2015 1.184 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Appartengo a una generazione per la quale essere di sinistra era come essere intelligenti. Fino a che non ci i è messo Giorgio Gaber a ironizzarci su ci si prendeva maledettamente sul serio. E c’era anche il gioco allo scavalco. Sei di sinistra se sei per la rivoluzione, mentre se sei per le riforme sei un bieco socialdemocratico. Sei ancora più a sinistra se sposi il modello cinese e la rivoluzione maoista, magari con distintivo sul gilè. Sei più a sinistra ancora se sei per la rivoluzione subito, anche violenta, almeno a livello teorico, se non hai avuto sbandamenti revisionisti di tipo bersteiniano o kauzkista. Sei ancora più a sinistra se la rivoluzione magari cominci a farla col tuo gruppo, purtroppo armato. Devo dire che per questo io non sono mai stato considerato di sinistra. Ero riformista e turatiano al Liceo. Roba rara. Ero con Nenni e gli autonomisti da ragazzo, quando gli altri giovani socialisti erano tutti lombardiani. Nessuno dei miei coetanei mi ha mai assolto dalla grave accusa di non essere di sinistra. Mi ero convinto.

Credevo che quelli di centro-sinistra fossero buoni governi, che avevano sfornato buone riforme, mentre i miei coetanei li consideravano politiche di cedimento alla balena bianca. Loro vagheggiavano un’alternativa di sinistra col Pci, che proponeva il compromesso storico, io preferivo parlare di alternativa socialista che presupponeva un Psi più forte e un Pci convertito alla sinistra democratica europea. In epoca craxiana sono stato riformista convinto, fino al 1989 ho appoggiato la politica della maggioranza del Psi. Dopo ho maturato dubbi sulla capacità del gruppo dirigente di comprendere gli effetti della fine del comunismo in Italia.

Quando la sinistra è stata invasa dal mito del giustizialismo e del dipietrismo ho preferito proteggermi in un centro-destra liberale e più amico dei socialisti. Per avere suscitato il caso clamoroso del triangolo della morte e delle vittime della violenza del dopoguerra a Reggio Emilia e per aver dichiarato di non aver votato a favore delle richieste di autorizzazione a procedere per Craxi alla Camera ero stato politicamente processato e condannato dal tavolo dei progressisti nel 1994, cacciato giovanissimo, senza avvisi di garanzia e solo per ragioni politiche, dalla Camera dei deputati. Forse anche per non riuscire a fare la sinistra nemmeno nel centro-destra, ma in realtà perché era forte il richiamo all’unità socialista ed ero convinto che i socialisti non potessero rimanere se non per un breve periodo nel centro-destra, sono stato tra i protagonisti (ero allora segretario del Nuovo Psi) della Costituente socialista che è purtroppo finita come sappiamo e per responsabilità di chi sappiamo.

Adesso, secondo alcuni, anche dei nostri, dovrei mettermi a condannare Renzi perché non è di sinistra. Confesso che non ho alcun titolo per farlo. Non mi sentirei in pace con me stesso. Troppe volte Craxi, Martelli, De Michelis, e anche io, siamo stati impallinati per lo stesso supposto reato, che oggi torna prepotentemente di moda. Un dogma assoluto che si basa sul processo sommario da parte dell’accusatore. Ho letto che neppure Tsipras oggi è di sinistra. Lo afferma con chiarezza Stefano Fassina in un’intervista. Si lanceranno le liste Varoufakis? Chi vuole far risorgere il socialismo usa più o meno la stessa tecnica: la condanna degli altri per scarso tasso di sinistra. Basta un millimetro di esame del sangue e l’esito è scontato. Cosa sia oggi la sinistra e per quale socialismo si dovrebbe risorgere sono domande troppo impegnative. Sembrerebbero indispensabili per qualsiasi ragionamento. Oggi più che mai ragionevoli alla luce dei profondi mutamenti. Niente, si continua coi vecchi schemi e si è nominato unico inquisitore il buon Landini. Il Jobs act non è di sinistra anche se produce più assunzioni a tempo indeterminato, la buona scuola non è di sinistra anche se permette di giudicare gli insegnanti. Basta rispolverare il vecchio dogma. Alzare le antiche insegne e scomunicare. Che novità però…

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