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Premio di lista o di coalizione: questo è il problema

Mettiamo che l’Italicum non venga modificato. Insomma che resti il premio di lista e che non siano possibili gli apparentamenti di coalizione. In questo caso è evidente che Renzi tenterà di arrivare a superare il 40 per cento, cioè a vincere al primo turno, non già col solo Pd (mi pare assai complicato), ma con una lista del Pd aperta ai suoi alleati. Dunque con una sorta di lista da Partito della nazione con dentro laici e cattolici, vecchio centrosinistra e nuovo centrodestra. Insomma una lista che dovrà rassegnarsi a escludere la sola Sel, impegnata a costruire un polo di sinistra con Civati e Fassina, alternativo a Renzi. È vero quel che sostiene oggi sul Corriere Galli Della Loggia. E cioè che la transumanza su Renzi è tutta proveniente da destra. Unica eccezione: Gennaro Migliore, ex Sel. Uno solo, sempre, anche se Migliore…

Il premio alla lista pone infatti un serio problema agli alleati. O non essere più alleati, presentando liste alternative a quella del Pd, o entrare essi stessi nella lista del Pd. Questo problema riguarda certo anche noi, non ce lo possiamo nascondere. Con un nuovo incaglio, però. E cioè che, contrariamente alle elezioni del 2013, la lista sarà bloccata solo per i cento capilista. Per il resto le elezioni si dovranno guadagnare a suon di preferenze. Difficile pensare che più di uno, massimo due capilista ci siano concessi. E con le preferenze, quando si parte da un bacino che è un quarantesimo di quello del Pd, non si possono nutrire fondate speranze di elezione.

Tutti, ma proprio tutti, anche coloro che avevano votato a favore dell’Italicum oggi sostengono la necessità di una sua revisione, trasferendo il premio di lista alle coalizioni che solo così potranno riprendere forma. Lo auspica, nel centrosinistra, il partito di Alfano e perfino, quest’oggi, il segretario di quel che resta di Scelta civica. Nel centro-destra lo pretendono tutti, da Berlusconi a Salvini, passando per la Meloni. Unico contrario, mi pare che Sel sia indifferente, è il partito dei Cinque stelle, perché i grillini non sono coalizzabili. Peccato che finora Renzi abbia lasciato dire, senza intervenire. È un silenzio sospetto.

Cicchitto sostiene, a ragione, che Renzi, col premio di lista, rischia di andare al ballottaggio con Grillo paventando l’effetto Parma. La verità è che col premio di lista anche Salvini, Berlusconi e Meloni dovranno arrivare a unire le forze in un’unica lista elettorale e al ballottaggio potrebbero più probabilmente andare loro. Resta il fatto che senza modifica dell’Italicum Alfano, Verdini, Casini, Scelta civica, e probabilmente anche noi, saremmo costretti ad aderire a una sorta di lista della nazione. Ma mai come stavolta l’adesione riserverebbe cattive sorprese. Per gli alleati perché dovrebbero praticamente consegnarsi al Pd e ottenere in cambio molto meno di quel che hanno, ma forse anche per il Pd, perché il suo elettorato dovrebbe accettare un significativo spostamento a destra. Chi potrebbe avvantaggiarsene? Risposta semplice.