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Barani e il garofano volgare

Solo chi non lo conosce bene si può stupire. L’esibizionismo è il suo vanto. Ad Aulla quando era sindaco decise di dare la cittadinanza onoraria ai cromosomi x e y di casa Savoia. Nominò un assessore al malocchio, eresse un monumento alle vittime di Tangentopoli. Sia ben chiaro, difese Craxi e il Psi quando era difficile, tremendamente difficile e anche per questo divenimmo amici. Poi, una volta eletto deputato, scrisse una lettera al presidente della Camera per sapere dove orinasse Valdimirir Luxuria, sempre con quel suo garofano piantato all’occhiello, con una punta di vanità e di provocazione. Prima ancora si era portato un pendolo per chiedere a Prodi perché si dedicasse alle sedute spiritiche. Barani si guarda allo specchio ogni giorno. E ama apparire non importa come. Fino alla volgare manifestazione antisessista al Senato. Che con il PSI e le sue tradizioni, con le grandi battaglie per i diritti civli e la libertà, con l’emancipazione femminile, fanno a pugni. Barani però è sostanzialmente un leghista della Lunigiana, uno che ce l’ha duro (a parole) e ci tiene. Un personaggio che del culto dell’apparire, più che della coerenza ideale, ha fatto il suo credo. Sono convinto che tornando ad Aulla riunirà i suoi e dirà: “Avete visto i giornali? Ho fatto centro”. Peccato che si sia parlato di socialisti e di Craxi per un gesto volgare, che contrasta con i comportamenti parlamentari socialisti e craxiani tradizionalmente miti. Non giustificabile nemmeno dalla risse e dalle offese. Lucio, stavolta hai superato il segno, e anche il senno.