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Quel Natale di 119 anni fa

L’Avanti nacque come Gesù Cristo. Proprio il giorno di Natale del 1896. Sono passati esattamente 119 anni. E proprio nel nome di Gesù Cristo i pionieri del socialismo, primo fra tutti Camillo Prampolini, vollero iniziare le loro battaglie per la giustizia. Per la verità esisteva già un Avanti, quello settimanale fondato da Andrea Costa nel 1891, dopo il suo passaggio dall’anarchismo al socialismo con la “Lettera ai compagni di Romagna” del 1879, che lo indusse, una volta tornato in Italia, a fondare il partito socialista di Romagna, a presentarsi candidato riuscendo ad essere il primo socialista eletto alla Camera nel 1882 a lanciare il giornale che riprendeva il titolo da quello del partito tedesco, “Worvarts”.

Il giorno di Natale del 1896 nacque dunque l’Avanti quotidiano e organo del Psi. Il quotidiano veniva dopo l’esperienza de “La lotta di classe”, il periodico socialista che già aveva fatto capolino al momento della fondazione del partito, nel 1892. In assoluto il primo quotidiano socialista fu “Il punto nero”, diretto da Olindo Malagodi, che si stampava a Reggio Emilia. Durò poco, dal gennaio alla primavera del 1894. Chiuse per debiti. Altrimenti l’avrebbe soppresso Crispi dopo le leggi liberticide dell’estate che, dopo alcuni attentati anarchici, portarono alla persecuzione anche dei socialisti.

L’Avanti venne diffuso a partire dal 26 dicembre, dopo che erano stati sottoscritti in tutta Italia i mille abbonamenti richiesti (in poco tempo diverranno tremila e le copie vendute oltre cinquantamila). A dirigerlo venne chiamato Leonida Bissolati, che debuttò col famoso articolo di fondo “Di qui si passa”, dedicato al presidente del Consiglio Di Rudinì, che aveva dichiarato, riferendosi ai socialisti, nella seduta parlamentare del 7 luglio 1896, “di volere erigersi come una sentinella vigile, la quale griderà tutti i giorni: di qui non si passa”. L’Avanti diverrà strumento fondamentale per permettere al messaggio socialista di passare.

Sarà al centro di tutte le stagioni politiche dei socialisti italiani: dal riformismo turatiano, al non interventismo, al confronto delle diverse anime socialiste nel primo dopoguerra. Rinascerà a Parigi durante il regime col nome di Avanti (del gruppo della Balabanoff) e di Nuovo Avanti (del PSI di Nenni). Sara diretto nel secondo dopoguerra da Nenni, Pertini, Lombardi. Svilupperà, assieme a Mondoperaio, il tema del dialogo coi cattolici e dell’autonomia socialista. Fino agli anni di Craxi, alla lotta al terrorismo e all’inflazione. Chiuderà i battenti solo nel 1993 a causa dell’ignobile rifiuto da parte della presidenza del Consiglio di un contributo pubblico, concesso a tutti gli altri. Venne ripreso poi da chi non ne aveva titolo. Oggi vive la sua stagione online. Con nuovo entusiasmo. Con rinnovato impegno.