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Regeni massacrato dai servizi egiziani…

New York Time ha pubblicato la notizia secondo la quale il nostro Regeni sarebbe stato prelevato dai servizi egiziani e poi torturato e ucciso. La rivelazione sarebbe frutto dell’ammissione di tre agenti segreti egiziani. Considerando l’autorevolezza della fonte molto difficile sarà contestarla. Certo l’Italia, coi suoi inviati in terra d’Egitto, non è arrivata ancora a conclusioni ufficiali, ma a quell’esito pare assai vicina. La motivazione addotta sarebbe il sospetto che Regeni fosse una spia dei servizi italiani. E qui francamente viene qualche dubbio. Perché mai l’Egitto, che dovrebbe essere paese alleato dell’Italia nella lotta all’Isis e suo partner economico importante, avrebbe dovuto considerare alla stregua di un terrorista un agente segreto italiano?

Naturalmente non esiste prova che questo fosse il ruolo di Regeni, ufficialmente arrivato sul Nilo per scrivere una tesi di laurea sul sindacato in Egitto (e anche questo tema risulta alquanto originale). Certo i suoi movimenti e i suoi contatti con esponenti dell’opposizione clandestina egiziana potevano determinare qualche dubbio sulle reali intenzioni del ragazzo italiano. Ma perché, se questo era il sospetto, non inviare una nota di protesta al governo italiano tramite ambasciata e arrivare non solo al fermo, ma alla tortura e all’omicidio? Davvero il governo egiziano può avere ordinato un atto di tale efferatezza e di tanto assurda scelleratezza? Un suicidio politico consumato di fronte al mondo intero?

Intendiamoci. Il governo di Al Sisi è tutt’altro che un governo democratico. Anzi, l’uso della forza e della tortura, compresa la sparizione di dissidenti, è all’ordine del giorno. Non diversa è la situazione in Arabia Saudita e non meno feroci sono ancora le repressioni in Iran, col quale gli Usa hanno firmato il nuovo accordo relativo al superamento dell’embargo. Ma nessuno di questi paesi ha mai torturato e ammazzato un giovane studente italiano, solo perché sospettato di essere una spia dell’intelligence. Vedremo come evolveranno gli eventi. Resta il fatto che se i servizi della polizia segreta egiziana hanno compiuto questo misfatto il governo egiziano deve assumersene la responsabilità e punire i carnefici. Altrimenti dovremo pensare che il governo stesso sia responsabile. Nella mia provincia, nell’immediato dopoguerra, si verificarono per mano di bande comuniste estremiste diversi omicidi. Togliatti nel settembre del 1946 ebbe a dire: “Sarebbe veramente bello che proprio noi, partito dominante in Emilia, incaricassimo militanti di commettere delitti di questo genere o lasciassimo che essi li commettano allo scopo di screditare questa regione, cioè di screditare noi stessi”. In fondo era proprio così….