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La svolta di Salerno

12 Aprile 2016 1.090 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

l congresso del Psi è alle porte. Le assemblee provinciali sono ormai finite e sono stati eletti ovunque i delegati. Dispiace che, contrariamente al congresso di Venezia, dove le mozioni erano tre, a quello di Salerno se ne sia presentata una sola. Il confronto e la diversità delle posizioni politiche anche in un piccolo partito quale noi siamo da oltre vent’anni non solo arricchiscono il dibattito congressuale, ma sono anche utili per verificare il livello di consenso di un gruppo dirigente.

Per motivi incomprensibili, e per taluni aspetti anche inaccettabili, coloro che avevano in animo di presentare una posizione diversa sulla rottura del rapporto di collaborazione e di governo col Pd, sulla esplicita dichiarazione del voto favorevole al referendum di domenica prossima e sul no al referendum costituzionale, nonché sulla volontà di presentare una lista solo socialista alle prossime elezioni, non parteciperanno al congresso del loro partito. Nel contempo agiranno, lo dichiarano, in assoluta autonomia dal Psi convocando assemblee di sedicenti stati generali e raccordandosi anche a coloro che sono fuori dal partito.

L’argomento sulla presunta illegittimità del congresso è senza fondamento. Non è vero che il faldone degli iscritti non sia stato messo a disposizione dei dissidenti. Non è vero che il tesseramento sia stato svolto in modo difforme da quello che tutti accettarono e sottoscrissero al momento di celebrare tutte le assemblee provinciali che sfociarono nel congresso di Venezia. Non è vero che sono stati sostituiti senza motivo taluni componenti del Consiglio nazionale. Sono stati naturalmente depennati coloro che avevano aderito ad altri partiti (Pd e Risorgimento socialista) e coloro che avevano perso la carica per la quale erano stati cooptati nell’organismo.

Eppure la mozione approvata delinea un percorso di unità dei socialisti e dei liberali in funzione della creazione di una alleanza, polo, soggetto, lista, si vedrà, che non consenta di arrendersi al Pd e alla strada già tracciata da Marco Di Lello. La svolta di Salerno dovrà essere convincente e credibile. A tutti i socialisti (pare che siano una montagna poi quando, come nel 2008, si presenta una lista socialista autonoma, si raccoglie un’inezia) vogliamo parlare il linguaggio della piena disponibilità al confronto e della ricomposizione. Questo sia a coloro che sono fuori dal Psi, sia a coloro che potrei oggi definire interni-esterni. Non ci devono essere nemmeno da parte nostra chiusure e discriminazioni. La fine del berlusconismo e la crisi del Pd possono aprire nuove possibilità e se la richiesta a noi fosse quella di una maggiore autonomia e di un più spregiudicato comportamento non potremmo certo rifiutarla.

Restano per noi alcuni capisaldi. Siamo contro l’adesione al Pd, ma siamo dell’idea che una rottura dell’alleanza col Pd ci porterebbe dritti verso quella sinistra estrema che noi abbiamo sempre contestato. Siamo contro l’Italicum così com’è (io, com’è noto ai socialisti del Psi, l’ho sempre contestato), ma non possiamo preferire lo statu quo alla riforma costituzionale che elimina l’assurdo bicameralismo perfetto, anche se nessuno darà la caccia ai socialisti che al referendum voteranno in altro modo. Siamo per la modifica della legge elettorale e abbiamo presentato una proposta di legge per l’attribuzione del premio alla coalizione, anche per favorire la presentazione di una lista autonoma dal Pd e alleata con questo partito, perché sappiamo che un conto è l’autonomia, altro l’isolamento. E dunque lanciamo da Salerno un appello perché nasca un nuovo orizzonte liberalsocialista che consenta ai socialisti uniti di aggregarsi ai radicali, agli ambientalisti riformisti, ai laici e ai cattolici non integralisti. E che parli al paese il linguaggio più credibile di una equità moderna e dei diritti civili troppo spesso disattesi.

Di tutto questo si parlerà a Salerno, senza timidezze e senza timore. Il mare di Venezia ci ha consentito di rimanere in vita. Quello di Salerno deve farci navigare verso un approdo nuovo. E se ci sarà bisogno di nuotare faticheremo insieme. Con la nostra proverbiale capacità di non mollare mai.

Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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