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Il comitato per il sì con Negri e Della Vedova

1 Agosto 2016 1.115 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Giovedì alle 14 e 30 alla Camera il Psi lancerà il suo comitato per il Si al referendum costituzionale. Non lo farà né mescolandosi al Pd, né intruppandosi ai centristi. Giovedì Nencini si presenterà con Giovanni Negri, che ha recentemente lanciato l’associazione Marianna, in perfetto stile radicale, e con Benedetto Della Vedova, che radicale era e laico e liberale certo ancora è. Personalmente non posso che salutare con soddisfazione questo connubio per almeno tre motivi.

Il primo riguarda il nostro Sì, che non è a prescindere, non è acritico, non è d’ufficio. Il Psi ha sottolineato come il percorso preferito fosse quello della Costituente, per definire innanzitutto la forma di stato e poi di lì procedere per riformare istituzioni e legge elettorale. Si è preferito un altro percorso per la verità appoggiato, in un primo momento, anche dal maggior partito di opposizione. Poi sono state avanzate numerose richieste di modifica al testo originario, tra le quali quello di un Senato non nominato dall’alto, e di una riforma delle procedure della elezione del presidente della Repubblica e del Csm, che sono state accolte.

Oggi resta in sospeso la questione della legge elettorale sulla quale tuttavia il governo ha manifestato piena disponibilità ad accogliere revisioni. Noi abbiamo proposto una legge fondata sul premio di coalizione e sul turno unico. Più difficile sarebbe riformare l’Italicum dopo una crisi di governo e con le elezioni anticipate alle porte. Il secondo motivo è proprio relativo alle mani libere che rivendichiamo in materia di riforma della legge elettorale. Nencini ha iniziato il suo giro d’Italia sull’argomento. Oggi qualcuno si stupisce di questo nuovo atteggiamento socialista. Personalmente lo sottolineo invece con estremo favore. Il terzo è relativo proprio alla formazione di un comitato coi radicali e laici. Questo ha un grande significato politico e sono molto contento di averne anticipato i contorni. Non si tratta solo di una convergenza sul referendum costituzionale.

Certo anche su questa materia non è di poco conto. Preferire questa legge alla situazione precedente, con tanto di bicameralismo paritario e di riforma sciagurata del Titolo V votata dall’Ulivo e aggiungiamoci il Cnel e la mancanza del referendum propositivo, è sintomo di grande buon senso. Come i radicali avevano proposto anche i socialisti si erano dichiarati favorevoli allo spacchettamento dei quesiti referendari, ma altri, in particolare il Pd, non la pensava cosi. Resta il fatto che la valutazione congiunta riguardo alla situazione che si verrebbe a creare nel caso vincessero i no, e cioè a crisi di governo aperta e a elezioni anticipate da svolgere entro la primavera del 2017, con un governo provvisorio, non lasciano prevedere nulla di buono, se non un ulteriore rafforzamento dei Cinque stelle e uno stop per anni a qualsiasi progetto riformatore.

Socialisti e radicali devono guardare avanti, al bene dell’Italia innanzitutto, e anche al bene loro. Alla possibilità di lanciare un nuovo progetto che associ loro e non solo loro e che si presenti al corpo elettorale suscitando interesse e fiducia. Lo meritano due grandi storie che hanno segnato dagli anni settanta il corso della vicenda italiana. Lo merita Marco Pannella, che pretende che il suo messaggio continui ad essere recepito e non si perda nei rivoli delle polemiche e delle rivendicazioni interne. Lo meritano i socialisti che hanno attraversato questo ventennio senza raggiungere l’approdo agognato di una impossibile resurrezione e che solo con la Rosa nel pugno avevano imboccato la strada dell’esaltazione di una moderna identità. Vedremo gli sviluppi. Per quanto mi riguarda ribadisco che questo è il cammino. Il solo.

Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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