- L'Occhio Del Bue - http://www.locchiodelbue.it -

Il paradosso

E’ vero, il governo Monti disse no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, e Tokio, che seguì quattro anni dopo Roma 1960, ringraziò. Ma fu il governo che non se la sentiva di spendere qualche miliardo mentre il comune di Roma spingeva perchè Monti scucisse i soldi. Oggi siamo all’incontrario. Il governo Renzi appoggia la candidatura di Roma ed è pronto a stanziare i fondi che servono (gli altri sono a carico del Cio e dei privati) e il comune di Roma, che non deve metterci un euro ma solo avvantaggiarsi dagli interventi sugli impianti sportivi, sul villaggio olimpico e sulla viabilità previsti dal piano Malagò, si oppone.

In nome di cosa? Uno che vuole coglierne l’aspetto nobile direbbe che Roma non vuole creare problemi alla finanza nazionale e visto che la Raggi sventaglia i debiti di alcune città olimpiche, uno può pensare che intenda farsi carico dei problemi futuri del governo italiano, irresponsabile perché spendaccione. Ma è così? Il paradosso sarebbe dunque quello di un governo che intende stanziare molte risorse senza assicurarsi il futuro e di una città che non intende approfittare della generosità del governo e rinuncia volentieri alla pioggia di soldi per recuperare, ricucire e riammodernare parte del suo territorio.

Non penso proprio che sia cosi. Ho gia scritto che l’opposizone alle Olimpiadi per i Cinque stelle è come l’opposizione della Cgil a modificare l’articolo 18. E’ un simbolo contro la politica degli eventi, anche se non so se si spingerà fino alla contestazione di tutti gli eventi compresi futuri anni santi. Prendo atto che oggi la Raggi ha detto di sentirsi orgogliosa della scelta di disputare a Roma le finali dell’Europeo di calcio 2020. Europeo sì, stadio della Roma sì, ma Olimpiadi no. Il movimento a Roma è profondamente diviso, lacerato in guerre di potere che nemmeno la vecchia Dc aveva conosciuto così sconvolgenti ed esplicite. Aveva bisogno di ritrovarsi unito in qualcosa. Il no alle Olimpiadi era l’argomento giusto. Per questo la Raggi ha disertato l’incontro con Malagò, non per maleducazione, ma semplicemente perchè non sapeva cosa dire. Il bel tacer non fu mai scritto. E sotto il fuoco d’Olimpia si possono nascondere i peggiori risentimenti…

Quel che è certo è che Coni e governo non demorderanno. Difficile ufficializzare la candidatura di Roma contro la volontà del suo sindaco anche se si attende un no definitivo dal Consiglio comunale e viste le diverse posizioni riscontrate in giunta, con l’assessore all’urbanistica che si era detto favorevole, c’è da aspettarsi di tutto. Non so neppure se esista il tempo per avanzare la proposta di un’altra città, visto che non solo Milano, ma anche la Sicilia e la Puglia si erano fatte avanti. Resta una convinzione amara. Gli elettori romani sapevano a cosa andavano incontro votando la Raggi. Dicono che molti abbiano già cambiato idea. Certo rifiutare una pioggia di milioni per regalarli a un’altra città italiana sarebbe il paradosso dei paradossi. A cinque cerchi e stelle.